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Ant-Man and The Wasp

Buongiorno 😊

Oggi torniamo a parlare della mia cara Marvel con il suo ultimo film, uscito nelle sale il 14 Agosto!


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Titolo: Ant-Man and The Wasp Regia: Peyton Reed Anno: 2018 Genere: Avventura, supereroi Lingua: Inglese Paese di produzione: Stati Uniti d’America Soggetto: Stan Lee, Larry Lieber, Jack Kirby Sceneggiatura: Chris McKenna, Erik Sommers, Andrew Barrer, Gabriel Ferrari, Paul Rudd Cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Michael Peña, Walton Goggins, Hannah John-Kamen, David Dastmalchian, Tip “T.I.” Harris, Judy Greer, Bobby Cannavale, Randall Park, Abby Ryder Fortson, Michelle Pfeiffer, Laurence Fishburne, Michael Douglas


Costretto agli arresti domiciliari dopo essersi fatto arrestare in Germania per aver aiutato Captain America, Scott Lang ha abbandonato tutto ciò che ha a che fare con Ant-Man e con il creatore del costume, Hank Pym, nonché con la figlia di lui, Hope van Dyne. E non potrebbe essere altrimenti, non solo perché in caso contrario passerebbe vent’anni in carcere, ma anche perché Hank e Hope, a causa sua, sono ricercati dalla polizia americana e lo odiano. Eppure, a due giorni dalla fine dei domiciliari, uno strano sogno sul regno quantico (dove Scott era caduto alla fine del primo film), lo spinge a rientrare in contatto con i due e a rivestire i panni del mini supereroe.

Come uscita post Avengers: Infinity War, Ant-Man and The Wasp punta ad enfatizzare la comicità, un po’ come già Thor: Ragnarok, ma a differenza dell’ironia del film di Waititi (qui la sua recensione) lo fa a discapito delle figure degli antagonisti o della trama generale, puntando su un tipo di battuta che è tipica americana. Quella del sequel di Ant-Man è la comicità dell’uomo medio, padre un po’ sconclusionato e con amici incasinati ma capace di trasformarsi in un eroe se la situazione lo richiede, dove a scatenare la risata è l’imprevisto assurdo e incredibilmente sciocco, la presa in giro classica e anche, in un esempio più specifico, uno scambio di personalità uomo-donna nel corpo stesso dell’eroe, che si ritrova ad interagire con gli altri in modi divertenti e magnificamente interpretati da Paul Rudd (Scott Lang/Ant-Man). Come nel primo film, è lui a creare la maggior parte della fruibilità di questo film, creando un personaggio simpatico, reale e comunque capace di calarsi nel ruolo dell’eroe, pur senza prenderlo estremamente sul serio. A differenza degli altri supereroi, e soprattutto di Cap… tain America (preso come metodo di paragone/ironia), Scott vede questa sua doppia identità come qualcosa di importante, sì, ma secondaria rispetto al suo ruolo di padre, ribadendo così l’idea centrale dell’uomo medio americano, concentrato sui valori reali, quotidiani, e non su qualcosa di aleatorio come il prendersi carico di sconfiggere i cattivi, ovunque si manifestino. Anche perché, qui, i cattivi non lo sono esattamente fino in fondo o, se così è, vengono tranquillamente messi k.o. da un teaser (elemento ricorrente nei film Marvel). Come dicevo, ad emergere è il divertimento, a discapito di antagonisti e trama. Ebbene per i primi, colei che dovrebbe ostacolare Ant-Man e Wasp, il villain Ghost, lo fa fino ad un certo punto, perché sul finale il suo ruolo scade più in un pretesto narrativo che in un vero e proprio problema da risolvere.

Ghost, Ava, è una ragazza sofferente che per curarsi vorrebbe sfruttare il regno quantico, a discapito però della vita di Janet van Dyne, moglie di Pym e madre di Hope. Questa tensione, tra Ghost e il desiderio degli eroi di salvare Janet, scade sul finale in un nulla di fatto e questo, purtroppo, annulla il valore stesso del cattivo. Che ci fosse o meno, a livello di esito finale, non avrebbe fatto differenza e questo è un punto negativo nell’universo Marvel che, parlando di cattivi, ne ha fatto una categoria di tutto rispetto (basta citare Loki, o Ultron, fino a Thanos). Poi c’è il trafficante di tecnologia che vuole derubare Pym, marginale qui, ma che forse potrebbe rivelarsi il primo accenno a un nuovo cattivo nascosto nell’ombra. Qui, però, non è che un inciso nella storia e nella trama che ruota attorno al regno quantico e al recupero di Janet. Che, sempre rispetto agli altri film, è molto ridotta, nei temi quanto negli sviluppi, preferendo puntare su una sorta di Side-story, leggermente precedente agli eventi di Infinity War e con la funzione di fare da ponte verso la seconda parte della guerra delle gemme dell’infinto e un nuovo (forse) percorso dell’Universo Cinematografico Marvel, il tutto condito e trascinato da una comicità sempre e comunque trascinante.

È, comunque, un super film, divertente, specie dopo la disfatta di Infinity War!! Adesso non vedo l’ora che arrivino i prossimi!! Film della Marvel per il 2019, vi aspetto!!!

Ma ditemi: voi lo avete visto? Che ve ne è sembrato?

Raccontatemi!

Federica 💋

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