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Immagine del redattorefedecaglioni

Camera con vista

Buongiorno!!!

Oooooh eccomi di ritorno! È da Venerdì sera che sono malata (meraviglia 😒) e oggi finalmente sono tornata in forze! Hallelujah!! Se c’è una cosa che detesto in questa stagione è proprio questa: dover starmene a letto malata!! Però adesso è passato e ricomincio ad occuparmi del blog (e anche di tutto il resto) come si deve!!

L’altra sera però non stavo esattamente bene e per ammazzare il tempo mi sono guardata un film abbastanza… beh non vecchio, ma di qualche anno fa. Una pellicola davvero interessante e soprattutto con una giovanissima Helena Bonham Carter!


TitoloCamera con vista Regia: James Ivory Anno: 1986 Genere: Sentimentale, drammatico Cast: Helena Bonham Carter, Julian Sands, Daniel Day-Lewis, Maggie Smith, Judi Dench, Denholm Elliott, Simon Callow, Rupert Graves, Patrick Godfrey Trama: Nella splendida e luminosa Firenze dei primi del ‘900 l’inglesina Lucy scopre che c’è un’alternativa giocosa all’ossessivo puritanesimo in voga nel suo paese.

Da un’amante di Pride and Prejudice e di Wuthering Heights quale sono non ho potuto che apprezzare la storia dell’amore travagliato tra Lucy Honeychurch e George Emerson. La trasposizione del romanzo di E. M. Forster mi ha colpita per due fattori: il cast/i personaggi e la caratterizzazione storico-sociale che traspare nel corso di tutto il film e che è incentrata principalmente sull’emancipazione sociale e sessuale, soprattutto, della donna. Il secondo elemento (parto da questo per lasciare per dopo la parte succosa) è tipico di un certo genere di letteratura di fine Ottocento/inizio Novecento e della cinematografia che, appunto, ne trasporta le storie sul grande schermo. In tutto il film c’è una grande attenzione alla dualità nelle figura di Lucy, simbolicamente identificata con la trasformazione del suo carattere mentre suona il piano (in particolare, legata alle sonate di Beethoven, famose per la loro veemenza), che fa da sfondo e da centro al suo sviluppo come persona e alla sua formazione come donna di un certo ceto sociale e con una precisa aspettativa di accrescimento.

In lei combattono due nature che trovano la loro naturale espressione non solo nei momenti dedicati alla musica, ma anche in quelli trascorsi con Mr George Emerson, coprotagonista della storia. La tensione accumulata da una generazione di giovani donne all’inizio del nuovo secolo (l’anno in cui si svolge è il 1907/1908) e il loro desiderio di indipendenza e di staccarsi da una tradizione opprimente trovano in Lucy il prototipo ideale di espressione ed è proprio attraverso i suoi occhi che il film racconta questo continuo conflitto tra desiderio e dovere. Più che concentrarsi sull’idea della sessualità, cosa che comunque è ampiamente presente, il film racconta come una ragazza di classe agiata avesse la possibilità di desiderare (e ottenere, se fosse stata abbastanza caparbia) la stessa – o quasi – libertà d’espressione riservata ai giovani. Il tutto mettendolo a confronto con la rigidità e la pesantezze delle regole sociali che restavano in vigore per la generazione precedente a quella dei due protagonisti e di cui la povera Miss Charlotte è l’esempio più evidente. Il film descrive molto bene tutto il contesto sociale grazie alla ricostruzione degli ambienti, dei costumi e delle pratiche che l’aristocrazia e l’alta borghesia inglese adottavano tra i due secoli, in particolare quella del Gran Tour e dell’idea di ottenere un’istruzione sul campo. Tuttavia, ciò che lo rende davvero memorabile sono i personaggi e gli attori che li hanno interpretati. Non avendo mai letto Camera con vista (mancanza che vedrò di recuperare sicuramente) non so dire quanto accurata sia la trasposizione rispetto agli eventi del romanzo, ma ho apprezzato il lavoro fatto da tutti gli attori sui propri personaggi, in particolare quello di una giovanissima Helena Bonham Carter con Lucy Honeychurch e di Julian Sands su George Emerson.

Loro due incarnano alla perfezione l’idea di conflitto interiore vissuto dalle giovani generazioni, non sono dal punto di vista dell’emancipazione (per lei), ma anche il dilemma esistenziale dell’animo Romantico (lui), che ancora si interroga sul senso della vita, della natura e delle passioni umane nei confronti di un mondo votato alla modernità, allo sviluppo e alla conoscenza assoluta. Sono anime inquiete tra due secoli ricchi di contraddizioni e controsensi, che trovano l’una nell’altra il proprio simile. E a loro si affiancano i simboli di ciò che caratterizza il loro universo e che diventano i personaggi secondari della storia. Miss Charlotte, una versione “sfortunata” di Lucy, la cugina che non ha potuto coronare il proprio sogno d’amore e che si erge a paladina della tradizione – fallendo miseramente –, è interpretata da una straordinaria Maggie Smith (la professoressa McGranitt nei film di Harry Potter);

Mr Emerson, interpretato da Denholm Elliott, padre di George e esponente dell’alta borghesia che spinge il figlio sulla strada del libero pensiero e dell’autorealizzazione senza obblighi religiosi o di classe sociale; Simon Callow è Mr Beebe, vicario inglese dallo sguardo acuto e dall’incredibile senso della realtà (il mio personaggio preferito); Cecil Wyse, interpretato da un irriconoscibile Daniel Day-Lewis, aristocratico decadente, tipico esempio dell’uomo che contempla senza farsi toccare dagli eventi che colpisco la società e che si colloca all’opposto del personaggio George Emerson. È un film che ho apprezzato molto, sia per i temi e i personaggi, ma anche per il taglio da pièce teatrale dato grazie ai sipari che hanno diviso la pellicola e le hanno dato una caratterizzazione spazio-temporale, dicendo dove e quando si sarebbe collocata la scena da vedere. Li ho trovati divertenti e stimolanti, ma forse troppo usati per segnare il cambio di ambiente e situazione, cosa che secondo me ha un po’ minato l’attenzione dedicata allo sviluppo del rapporto tra Lucy e George. Avrei preferito fosse spiegato meglio come i due arrivano a maturare i propri sentimenti e la presa di coscienza finale, ma nonostante questo resta un bellissimo film.

È da non perdere 😊 E mi sembra la giusta recensione per ripartire, visto quanto mi è piaciuto! Voi lo avete visto?? So che è famoso (ma è sempre meglio chiedere), perciò fatemi sapere se fa parte del vostro bagaglio cinematografico! Oppure no O se avete letto il libro e com’è rispetto al film (questo mi incuriosisce parecchio). Sono tutta orecchie 😉

Bye bye 💋

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