Buondì 😊
Visto che quest’anno per l’università ho dovuto leggere molto, mi è sembrato bello coinvolgere il blog (e tutti voi) in quella categoria di letture “parallela” ai libri che invece sono io a decidere di leggere e che comunque influisce sulle mie reading challenges del 2018. Quest’oggi vi riporto, come per il coro di Chilbury, nell’Inghilterra della Seconda Guerra Mondiale!
Titolo Caught Autore Henry Green Editore Vintage Digital Anno 2013 Anno prima edizione 1943 Genere Storico, narrativa Formato Ebook Pagine 206 Prezzo 6,32€ Acquisto Amazon
When the war breaks out, Roe, a well-to-do widower with a young son, Christopher, volunteers for the Auxiliary Fire Service in London, and is trained under a professional fire officer, Pye. The two men discover that a quite different link already exists between them: it was Pye’s strange, disturbed sister who once upon a time abducted Christopher and kept him in her room until Pye rescued the terrified child. In the apocalyptic atmosphere of the Blitz the relationship between the two men develops as each of them grapples with his own troubled emotional attachments, the one to his dead wife, the other to his unhappy sister. Inevitably matters come to a head when history shows signs of repeating itself.
La seconda guerra mondiale vista attraverso gli occhi di chi si costituisce come il fronte interno è raccontata, in questo romanzo di Henry Green, da Richard Roe, volontario nel London Auxiliary Fire Service, il cui compito era di sedare gli incendi causati dalle incursioni tedesche sulla capitale britannica durante il blitz del 1940. Centro di questo romanzo in parte autobiografico (lo stesso Green fece parte dell’Auxiliary Fire Service) è la visione di Roe della guerra, di come questa condizioni la vita degli uomini e il suo rapporto controverso con il superiore Pye, dovuto alla scoperta che la sorella di quest’ultimo, anni prima, aveva rapito il figlio di Roe e messo in pericolo la sua vita.
So the father, trying, during the blitz, while he was being bombed on twenty-four hours’ leave, to make himself believe that the war was just an interlude, found his memory at fault. But the rest he thought he remembered very well.
Henry Green, coinvolgendo esperienze personali e elementi narrativi fittizi, mette in luce l’insensatezza dell’evento bellico, la perdita di senso di ogni momento vissuto, sia che stia accadendo nel momento in cui si parla o che faccia ormai parte dei ricordi, di fronte alla cruenta ferocia degli attacchi e degli incendi che sconvolgono la città ma nei quali, caso vuole, il protagonista non si trova quasi mai coinvolto direttamente. Ad animare la narrazione sono le riflessioni di Roe sull’andamento dello scontro, su come questo cambi il suo legame con il figlio Christopher mentre è ospitato in campagna dalla zia materna, su come passato e presente si influenzino a vicenda nel descrivere l’incidente che, a loro insaputa, lega Roe a Pye e li mette di fronte a scelte difficili per prendersi cura dei più indifesi. E tutto questo in un clima in cui le parole, e di conseguenza i pensieri, sembrano perdere ogni valore e significato.
Words were no mean of communication now.
E dove non c’è più posto per le parole, si perde anche il senso di identità, nonché di una memoria capace di restituire l’esatta immagine di ciò che abbiamo vissuto, generando una realtà dove tutto ciò che conta per la maggior parte delle persone è il momento presente, il “qui e ora” che si sta vivendo e che potrebbe portare a nient’altro che a una fine improvvisa e inarrestabile.
As they were driven to create memories to compare, and thus to compensate for the loss each had suffered, he saw them hungrily seeking another man, oh they were sorry for the men and pitied themselves, for yet another man with whom they could spend last hours, to whom they could murmur darling, darling, darling it will be you always; the phrase till death do us part being, for them, to be left alone on a platform; the I-have-given-all-before-we-die, their dying breath.
A dispetto di temi e di un contesto decisamente importanti, ho faticato a leggere questo libro più che altro per la lentezza e la ridondanza dello stile con cui Green procede nel narrare la vicenda. Digressioni anche centrali nello sviluppo delle tematiche e che sarebbero esplicative della perdita di significato dall’identità finiscono per far deconcentrare per quanto sono articolate e lente. Leggendo, purtroppo, si avverte una sensazione di pesantezza che fa andare avanti poco per volta e senza grande entusiasmo ed è un peccato, perché per i temi trattati potrebbe essere una lettura veramente interessante.
Avrebbe potuto essere un libro interessantissimo, ma su di me ha avuto tutt’altro effetto… Peccato! Però ci sono quei libri che ci caricano di aspettative ma alla fine deludono… Caught è l’ultimo della mia lista di flop 😓 E il vostro? Qual è l’ultimo libro letto che vi aspettavate fosse grandioso e invece vi ha delusi?
Federica 💋
Comments