Buongiorno! E buon inizio settimana 😊
Ritorno a parlarvi di un altro libro appartenente alla mia lista di Libera lo scaffale 2017, una sfida di lettura che consiste nel leggere 12 libri che stazionano sulle nostre mensole da almeno un anno (quindi almeno dal 2016). È il sesto che termino e direi che sono già a un buon punto con questa challenge 😄 Per fortuna, perché tra un po’ gli esami mi assorbiranno e allora addio tempo libero!
Ma torniamo al vero protagonista della giornata!
Titolo Deathdate Titolo originale Denton Little’s Deathdate Autore Lance Rubin Editore DeAgostini Anno 2015 Genere Distopico Formato Hardcover Pagine 400 Prezzo 8,42€ Acquisto Amazon
Vi siete mai chiesti come sarebbe un mondo in cui tutti conoscono la data precisa della propria morte? Un mondo in cui nessuno ha più niente da vincere o da perdere? Questo è il mondo di Denton Little, diciassette anni e un’unica certezza. Morirà la notte del ballo scolastico. La sua vita è sempre stata piuttosto normale, ma – ora che mancano solo due giorni alla fine – Denton sente di non avere più tempo da sprecare. In meno di quarantotto ore vuole collezionare più esperienze possibili, come la prima sbronza o la prima volta. Ma le cose si complicano quando Denton incontra uno strano tizio che dice di avere un messaggio da parte della madre, morta ormai da molti anni. All’improvviso le ultime ore di Denton si trasformano in una corsa contro il tempo, una disperata ricerca della verità, e forse di una via di uscita.
Oggigiorno tutti conoscono il giorno della loro morte e Denton Little è conosciuto come il ragazzo che morirà durante l’ultimo anni di liceo, il secondo della sua scuola che non raggiungerà la maggiore età e che non parteciperà nemmeno al ballo scolastico. Ma il giorno del suo funerale (una celebrazione pre morte in cui il futuro defunto, i suoi parenti e gli amici si radunano per dirgli addio in tutta calma) Denton si risveglia inspiegabilmente a casa del suo migliore amico Paolo, senza avere idea di cosa sia accaduto la sera prima o del perché si trovi nella camera di Veronica, la sorella maggiore di Paolo, con in testa il vago ricordo di averla baciata.
È un posto in cui sono stato due o tre volte: la stanza di Veronica, la sorella maggiore-ma-non-di-molto di Paolo. Ricapitolando: oggi è il giorno del mio funerale, e mi sono appena svegliato nel letto della sorella del mio migliore amico. I miei progetti erano un po’ diversi.
Essendo l’ultimo giorno della sua vita Denton non ha tempo per cercare di scoprire cosa sia accaduto; ha dei parenti da vedere, deve presenziare al proprio funerale, deve tenere un discorso di commiato che non diventi la solita lagna di autocommiserazione che lo ha sempre annoiato agli altri funerali e poi partecipare alla sua Seduta, la lunga attesa di qualcosa, qualunque cosa, che trasformi un giorno come tanti altri nel Giorno della sua morte. Insomma, tutte le normali cose che ci si aspetta da chi sta per vivere le ultime 48 ore della sua esistenza. Ma Denton non è come tutti gli altri e i suoi due ultimi giorni di vita si trasformano in una continua sequenza di incidenti potenzialmente mortali e di scoperte incredibili. Leggendo la storia dal punto di vista del protagonista Denton Little mi sono chiesta cosa avrei fatto io se mi fossi trovata al suo posto. Avrei passato del tempo con la mia famiglia? O avrei cercato di spuntare più voci possibili dalla mia lista delle cose da fare prima di morire? Beh, credo che avrei agito come Denton, seguendo la corrente e condendo il tutto con una buona dose di avventura e comicità.
L’idea che domani morirò mi mette ansia lo stesso? Sì, accidenti. Ma devo per forza parlarne col tono accorato della voce fuoricampo nel trailer di un film? Probabilmente no. Il che non significa che la gente non possa dispiacersi per me, se proprio ci tiene. Tra tutti i miei compagni di scuola ci sono solo tre ragazzi destinati a morire prima del diploma: oltre a me c’era Ashley Miller, che è morta al primo anno per uno strano problema al cervello; e Paolo, il mio migliore amico, la cui data di morte cade ventisei giorni dopo la mia. Una splendida coincidenza, no? Due amici per la pelle che moriranno nell’arco di un mese! Anch’io la penserei così, se non sapessi che abbiamo fatto amicizia proprio per questo.
Più che il racconto delle ultime e tristi ore della vita di Denton, Deathdate è una divertente e misteriosa serie di incidenti e imprevisti che continuano a rimandare qualcosa che diamo per scontato sin dall’inizio e sappiamo essere inevitabile: la morte di Denton Little. Tra misteriose macchie cutanee, che si diffondono da Denton a chiunque abbia un contatto intimo con lui (un particolare che scatena diversi momenti ricchi di ironia e di battute sagaci), e lo strano interesse che tutti sembrano nutrire per lui e la sua dipartita, il romanzo porta avanti il tema della morte annunciata e dell’affrontare gli ultimi istanti di vita con grande ironia e ilarità, soprattutto quando ci si aspetterebbe di trovare dei personaggi e delle descrizioni estremamente seri. Lo stile di Lance Rubin e la visione della vicenda attraverso lo sguardo di Denton rendono la lettura davvero piacevole e non c’è capitolo in cui non mi sia ritrovata a sorridere. Il nostro protagonista è diretto, positivo e sempre pronto alla battuta nonostante siano i suoi ultimi istanti e leggendo non si può che apprezzare questa sua attitudine ad affrontare la vita… meglio, la sua imminente morte.
Lance Rubin, pur trattando un tema così importante come il dare il giusto valore a ogni istante che fa parte della vita, crea una storia e dei personaggi che riescono ad affrontare tutto con la giusta misura di serietà unita a umorismo e leggerezza, due aspetti che rendono questo romanzo distopico una vera e propria ventata d’aria fresca nel genere. Tutto, anche il giorno della propria complemorte, può essere vissuto in semplicità, accettando ciò che viene e godendosi la vita, possibilmente in compagnia.
Le note di un organo rintronano dagli alto parlanti, seguite dalla familiare prima strofa: «Bone Bone Bone Bone… BONE Bone BONE Bone BONE». I presenti si guardano l’un l’altro, perplessi. Ma io e Paolo riconosciamo subito la canzone. «Amico» gli dico. «Che c’è, amico? Se nessuno attacca con una coreografia spontanea, dovremo arrangiarci da soli! Alza il volume, DJ!» Molto tempo fa, quand’eravamo in terza media, l’amore di Paolo per l’hip-hop lo ha condotto a scoprire questa canzone intitolata The Crossroads, di un gruppo chiamato Bone Thugs-n-Harmony. […] È diventata la nostra canzone non ufficiale. (Sì, lo so, abbiamo una «nostra canzone».) […] Abbiamo inventato anche un balletto da accompagnare alla canzone. (Sì, lo so.) Doveva essere una cosa buffa, ma poi una sera l’anno scorso sono rimasto a dormire a casa sua e ci siamo impegnati a fondo nella coreografia perché ci sembrava che così sarebbe stata ancora più buffa. Ci abbiamo lavorato fino alle tre di notte. (Sì, sì, fatevene una ragione.) Ogni tanto, negli anni di liceo, Paolo faceva partire The Crossroads dal telefono, e ovunque fossimo […] ci mettevamo a ballare. Non avevo mai previsto di esibirmi davanti a tutta la scuola, però. Né prevedevo che sarebbe stato questo il Gran Finale della mia vita.
È un romanzo che ho divorato in un pomeriggio e che ho trovato brillante, specie per i suoi personaggi. Primi tra tutti Denton e il suo migliore amico Paolo, un’accoppiata scoppiettante e molto divertente sempre pronta alla battuta di spirito, ma ho apprezzato tantissimo anche i genitori e il fratello di Denton (finalmente una famiglia unita che fa di tutto per il nostro protagonista!!), l’enigmatica Veronica e Millie (un personaggio che secondo me riserverà grandi sorprese nel prossimo volume).
Non vedo l’ora di avere tra le mani il secondo volume per sapere come andrà a finire questa duologia! Birthdate sarai mio ✌️ Spero di avervi fatto scoprire un nuovo libro e che decidiate di leggerlo perché merita davvero!!
Visto che domani è festa ed io sarò in viaggio per rientrare da Parigi (esatto, anche questo è un post programmato), vi do appuntamento tra due o tre giorni. Giusto il tempo di riprendermi dalla sfacchinata e poi sarò di nuovo da voi!
Un abbraccio Federica 💋
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