Sunday!
Finalmente è arrivata Domenica, giorno di completo relax e l’ultimo di questa settimana dedicata al cinema. Come vi ho anticipato ieri, la recensione di oggi riguarda un film che ha saputo conquistare un posto nel mio cuore. Si tratta di Far From The Madding Crowd (Via dalla pazza folla) e ho cercato di ridurre al minimo le anticipazioni.
Titolo: Far From The Madding Crowd Regista: Thomas Vinterberg Anno: 2015 Cast: Carey Mulligan (Bathsheba Everdene), Matthias Schoenaerts (Gabriel Oak), Michael Sheen (William Boldwood), Tom Sturridge (Sergeant Frank Troy), Juno Temple (Fanny Robin), Jessica Barden (Liddy), Sam Phillips (Sergeant Doggett), Tilly Vosburgh (Mrs. Hurst) Trama: L’indipendente, bella e testarda Bethsheba Everdene riceve le attenzione di tre diversi pretendenti: Gabriel Oak, un allevatore di pecore, affascinato dalla sua attraente testardaggine; William Boldwood, uno scapolo ricco e maturo; e Frank Troy, un sergente bellissimo e spericolato. La storia senza tempo delle scelte e dei sentimenti di Bethsheba esplora la natura delle relazioni e dell’amore e anche la capacità umana di superare le difficoltà attraverso la forza d’animo e la perseveranza.
Altro film in costume. Questa volta ci troviamo in Inghilterra, 1860, e spuntiamo direttamente da un romanzo di Thomas Hardy, Via dalla pazza folla (Far from the Madding Crowd).
All’inizio, dato che la trama mi convinceva sì e no, ho dato un’occhiata al trailer che, sebbene non eccessivamente, ha ampliato il mio interesse per il film. Credo fossi già cotta dopo 10 minuti dall’inizio.
Prima di parlarvi dei personaggi e degli attori, vorrei sottolineare quanta cura e attenzione ci sono nelle scene collettive e in quelle immerse nella natura, che spesso coincidono e regalano attimi di stupore. Ho sempre apprezzato questo tipo di scene, simili a quelle della versione di Pride and Prejudice del 2005, ma qui si aggiunge alla dimensione naturale la presenza corale di chi si occupa della fattoria di Miss Everdene. Ogni stagione è rappresentata magnificamente, con la sua luce, i suoi colori e il rapporto che essa instaura con l’uomo, stabilendo un connubio tra lo scorrere del tempo in natura e le attività agricole che scorre alla perfezione. Ogni inquadratura mi ha dato la sensazione di essere lì in quel particolare momento dell’anno. Ve ne regalo alcune, ma ce ne sono molte altre!
I personaggi sono il punto forte del film. Ne abbiamo quattro cui la storia ruota attorno, anche se i veri cardini sono solo due: Bethsheba Everdene e Gabriel Oak. Li lascio per ultimi perché meritano più attenzione.
Dei tre pretendenti di Miss Everdene, Mr. Troy rappresenta la passione e la follia giovanile, l’opportunismo degli arrampicatori sociali. È il Mr. Wickham di Thomas Hardy, ma con l’aggiunta di un amore disilluso e straziato in gioventù che lo ha agevolato in questo suo decadere. Non è un caso che, conquistata Miss Everdene, si riveli per ciò che è. L’attore Tom Sturridge rende molto bene la crudeltà di chi vuole tenere sotto controllo qualcuno solo perché lui è l’uomo, mentalità tipica all’epoca e non solo.
Michael Sheen riveste il ruolo di Mr. Boldwood, il più vecchio e ricco dei tre pretendenti alla mano di Bethsheba, il simbolo dell’aristocrazia e della tradizione inglese. È un ruolo interessante il suo, anche se un po’ anonimo, perché è la chiave di volta al dipanarsi delle vicende e degli incontri. Mi spiego: è dopo aver salutato Mr. Boldwood che Miss Everdene incontra Frank Troy ed è dopo la sua festa di Natale che uno dei tre pretendenti scompare, permettendo ai sentimenti di prendere il posto della ragione. Un pretendente marginale e caratterizzato da un amore non corrisposto, che si fa centrale nell’avvicinare la protagonista al grande amore.
Di solito, e non è la prima volta che mi succede, se grazie a un film mi prende il pallino per un’attrice/un attore, poi la/lo ritrovo dovunque. Accade anche questa volta con Mr. Oak, interpretato da Matthias Schoenaerts (André Le Notre in A Little Chaos). Se nella pellicola di Alan Rickman mi ha convinto, qui fa faville, perché è finalmente un protagonista centrale nella storia. Primo tra gli spasimanti, primo a essere rifiutato, è colui che resta accanto a Miss Everdene nel bene e nel male, anche se le circostanze sembrano allontanarli e rendere impossibile una relazione. Lui è lì per lei, lavora per lei e fa di tutto per difendere i suoi interessi; le resta fedele negli anni, accantonando l’amore per un rispetto incondizionato anche quando Bethsheba non si comporta come suo solito. L’ho trovato un personaggio interessante, che resta in ombra ma che è sempre presente quando c’è bisogno di lui. Sin dall’inizio, poi, ho sperato che tra loro funzionasse perché fondamentalmente Schoenaerts mi piace come attore. Arrivare alla fine è stato un supplizio per il mio povero cuore. L’idea del “Non ci sarà un lieto fine” mi ha tormentata per tutto il film.
Miss Bethsheba Everdene nel finale dimostra finalmente una qualità vantata per tutto il film: l’indipendenza. Interpretata da Carey Mulligan (guarda caso da il volto a Kitty nel Pride and Prejudice sopra citato), Bethsheba è una donna forte, determinata, che non vuole un marito perché sa che nessuno sarebbe in grado di domarla. Il verbo tame, usato in originale, non indica solo l’addomesticare, ma anche il rendere piatto, scialbo, comune. Bethsheba Everdene non vuole un marito per sfuggire alla piattezza, alla normalità della vita coniugale che si prospettava a una donna di metà ottocento. Però non è immune alle passioni e il suo matrimonio lampo lo dimostra. Non è immune nemmeno alle convenzioni sociali, perché altrimenti non avrebbe considerato Mr. Boldwood
come possibile marito. E non è immune nemmeno all’attitudine di accantonare l’amore in favore di ciò che è giusto fare. Non è immune all’essere una donna di metà ottocento, ma la sua indipendenza (unita alla testardaggine) la aiuta a sconfiggere ogni difficoltà e ogni tabù. L’ho adorata e anche un po’ detestata per questa sua ostinazione, ma è veramente una protagonista meravigliosa. Non avendo letto il romanzo di Hardy – cosa cui cercherò di rimediare presto – non posso dire se sia una trasposizione che rispetta l’opera da cui è tratta. Tuttavia l’ho trovato un film spettacolare, che coinvolge non solo nella storia, ma anche in ciò che la circonda, nel paesaggio e nella coralità delle scene all’aperto.
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Sono contenta di aver scoperto questo film e andrò a vederlo quando, il 17 Settembre, uscirà anche qui in Italia. Esatto, è una super anteprima che noi potremo vedere nei cinema solo tra un paio di mesi! Vi racconto i film ancora prima che siano usciti 😄 … Mm, non so se sia un bene… Comunque aspetto i vostri commenti, sia se lo avete visto in inglese, sia se vi ho un po’ incuriosite e incuriositi! Buona domenica 💋
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