Buon Mercoledì a tutti!
Il nostro viaggio alla scoperta della Vendetta ci porta con La météo de Baudelaire alla scoperta di un vero classico sul tema, anzi è il romanzo sulla vendetta per antonomasia! Siete pronti a serbare rancore per molto tempo?
Copertina
Informazioni generali
Titolo: Il conte di Montecristo Titolo originale: Le Comte de Monte-Cristo Autore: Alexandre Dumas (padre) Traduzione: G. Paduano Editore: Bur Biblioteca Univ. Rizzoli Anno: 2013 Anno prima edizione: 1846 Genere: Romanzo d’appendice Formato: Tascabile Pagine: 1249 Prezzo: 11,90€ Link acquisto: Mondadori / Amazon
Trama
Nel febbraio del 1815, a Marsiglia, il marinaio Edmond Dantès viene falsamente accusato di bonapartismo e arrestato nel giorno delle nozze, alle soglie di una brillante carriera navale. Durante la prigionia nel castello d’If, uno scoglio in mezzo al mare, affina un odio feroce per gli autori della sua rovina e, quando l’amicizia con un altro prigioniero gli procura l’evasione nonché un favoloso tesoro, ne farà lo strumento di una vendetta grandiosa e spietata.
Parere
Avvicinarmi a un romanzo immenso come questo non è stato facile, ma dopo le prime pagine si è rivelato in tutta la sua grandezza e complessità. Il conte di Montecristo è un’opera composita e articolata fin quasi al limite dell’assurdo, che nasconde trame secondarie e sotterfugi impossibili da immaginare per chi legge finché questi non vengono rivelati dal succedersi degli eventi. Più volte mi sono chiesta come abbia fatto Dumas a orchestrare tutti i dettagli senza far si che si contraddicessero gli uni con gli altri, perché il loro numero è così elevato da rendere a volte difficile il ricordarli tutti. Il lettore, per come ho affrontato io questo romanzo, si trova così immerso nella vicenda da non riuscire completamente a indovinare chi si nasconda dietro chi, nonostante dia per certo che chi sta orchestrando tutto è il conte di Montecristo. Questo romanzo non solo è immenso per l’impianto narrativo della vicenda, ma anche per la quantità di informazioni sulla società e sulla storia francese che sono trasmesse attraverso le pagine. Grazie alla vicenda di Edmond Dantès prima e del conte poi, le mille e più pagine coprono 25 anni di storia della Francia, descrivendone il passaggio dall’era di Bonaparte alla Restaurazione, con tutte le conseguenze che questo cambiamento genera. Ma di mezzo ci sono anche tutte le novità commerciali e tecnologiche del periodo e i loro usi innovativi (come un intero capitolo dedicato al telegrafo ottico), nonché i diversi approcci politici ed economici delle nuova nobiltà. È un’opera che non tralascia nulla della cultura e della società in cui è ambientata. E proprio la società è il fulcro dell’occhio di Dumas, della quale l’autore presenta i tipi umani che la caratterizzano e dei quali mostra i difetti con un tono a volte canzonatorio, a volte accondiscendente, il cui scopo è però sempre quello di dimostrarne i limiti e le ipocrisie. Non è esente nessuno da questa sua critica, tranne quei personaggi buoni per natura che la vita e la Provvidenza non hanno preso sotto una buona stella (come la giovane e ingenua Valentine). In loro aiuto, e come punizione per coloro che hanno negato la felicità a Edmond, giungono il conte di Montecristo, Sinbad il marinaio, l’abate Busoni e Lord Wilmore che in tutto il romanzo si alternano e giocano il ruolo di benefattore misterioso. Questi quattro personaggi sono il vero enigma del romanzo, non perché ci siano dubbi sulla loro identità, ma perché il loro rapporto reciproco da luogo a fraintendimenti e incomprensioni. È stata una bella sorpresa e una soddisfazione scoprire tutti gli intrighi che li riguardavano. La vera protagonista del romanzo è però la Vendetta (del conte) e c’è un’attenzione tutta particolare verso questo argomento perché è quello su cui si concentra la maestria di Dumas nel gestire gli intrighi e le diverse storie che si intrecciano. Non sono letteralmente riuscita a staccarmi dalle pagina tanto riesce a coinvolgere, ma quello che è importante e che lega alle pagine è l’analisi come il conte si pone di fronte alle conseguenze delle sue azioni. Ogni azione ha un prezzo, ma anche la vendetta ha le sue conseguenze, che spesso sono alte da pagare. La sola mancanza del romanzo è una leggera lentezza nei capitoli iniziali e soprattutto in quelli finali, quando la trama principale ha esaurito ogni scopo.
Curiosità
Credete anche voi che spesso la realtà superi la fantasia? Ebbene, nel caso del romanzo di Dumas è vero, perché l’autore si è ispirato a una storia realmente accaduta, quella di Pierre Picaud. Nel 1807 quest’uomo, in procinto di sposarsi, fu falsamente accusato da tre amici gelosi di essere una spia degli inglesi e fu rinchiuso nelle segrete del Forte di Fenestrelle fino al 1814, dove strinse amicizia con un prete italiano (un certo padre Torri, raggiunto dopo aver scavato un tunnel tra le celle). Nominato unico erede di Torri, una volta libero tornò in Francia con la falsa identità di Joseph Lucher e trascorse dieci anni tramando la sua vendetta contro i suoi amici di un tempo. Chi l’ha mai detto che i romanzi sono tutte storie inventate?!
Voto
La vendetta è un piatto che va servito freddo e nessuno meglio di Dantès sa cosa spiegarlo meglio! Quest’oggi voglio chiedervi uno sforzo d’immaginazione: se vi foste trovati al posto di Edmond Dantès, dopo aver trovato il tesoro cosa avreste fatto? Vi sareste vendicati/vendicate?
Aspetto le vostre idee 😄 Ci vediamo domani con Potrebbe piovere!
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