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Immagine del redattorefedecaglioni

La ragazza che manipolava il tempo

Buongiorno e buon Lunedì 😊

Anche oggi vi lascio un racconto che partecipa a Il Club di Aven! Il tema per questa volta era “Tempo” e la storia è uscita un po’ di getto! Spero vi piaccia 😊

Grace guardava la clessidra, la sabbia che scivolava da un capo all’altro, inarrestabile. Se ne stava lì a fissarla da ore, immobile, la testa poggiata sulle mani e un broncio insoddisfatto disegnato sul volto. Eppure sapeva che una soluzione poteva esserci, altrimenti la commissione non avrebbe accettato la sua proposta. E, poiché una risposta doveva essere trovata, chi altro oltre a lei avrebbe mai potuto sperare di riuscirci? Nessuno, perché nessuno oltre a lei era giunto alla fine del quinquennio portando, come elaborato finale, la dimostrazione pratica di un principio esistito, fino a quel momento, solo in forma teorica. Si trattava di dimostrare che il tempo era manipolabile, di sovvertirne le regole non solo per un breve attimo, ma per sempre. Grace era ossessionata da questa possibilità, lo era da due anni, da quando aveva sostenuto l’esame di Manipolazione Temporale – corso base e aveva appreso come modificare lo scorrere del tempo a suo piacimento. Aveva visto un albero tornare fuscello e poi seme sotto il suo controllo, un cigno decrescere fino ad essere un anatroccolo e centinaia di altri oggetti e creature fare avanti e indietro nelle loro fasi di sviluppo. E tutto solo grazie al suo controllo. Ma gli effetti di quei cambiamenti non duravano che per pochi minuti, forse per mezzora se restava concentrata a sufficienza. Grace, invece, non si rassegnava. Intendeva creare qualcosa che vivesse al contrario, come una pianta che passasse da secca ad avere foglie e frutti, poi fiori e infine tornasse allo stato di seme, così da poter ricominciare dall’inizio. Purtroppo però non esisteva un corso avanzato di Manipolazione Temporale, e nessuno dei suoi professori le aveva dato spiegazioni esaustive sul motivo per cui era impossibile realizzare un tale progetto. Ma Grace non poteva rinunciare. Così, due anni dopo, ne aveva fatto il suo progetto di fine anno, la sua specializzazione. E al momento non capiva in cosa stesse sbagliando. Capiva solo che, per come aveva lavorato fino a quel giorno, le mancava ancora un passo fondamentale a raggiungere l’obiettivo. Se solo la sabbia in quella clessidra avesse continuato a scorrere al contrario… Lo faceva, sì, ma solo per pochi minuti. Guardò il quaderno con i suoi appunti ancora una volta. Rilesse le formule che aveva scarabocchiato, la vista appannata dalla stanchezza e dalla luce fioca delle candele. Ripeté tutto come un mantra, per decine e decine di volte, finché le parole non si scrissero anche nel suo cuore, legate a doppio filo con la sua stessa volontà. Si mise in posizione, la mente concentrata sulla clessidra e su ciò che intendeva ottenere. Le sue labbra si separarono e non appena la prima parola della formula prese corpo nella sua gola, un silenzio irreale pervase la stanza dove, per cinque anni, Grace aveva studiato e vissuto. Molte ore più tardi, uno dei professori si spinse a controllare perché quella brillante studentessa non fosse scesa in refettorio per la cena. Giunto alla sua camera fece una scoperta che aveva dell’incredibile, ma, cosa ancor più strana, non lo colse di sorpresa. Nella sua stanza, infatti, trovò una bambina appena nata, addormentata tra i vestiti appartenuti a Grace. L’uomo sospirò prima di prenderla in braccio. Aveva assisto a quella scena altre volte nella sua vita. Tre per la precisione. La prima, era poco più di un ragazzo, uno studente dell’accademia anche lui quando sua sorella Grace, la sua gemella, aveva tentato di invertire per sempre il tempo. La seconda aveva da poco superato i trent’anni, fresco di nomina a professore per poter tenere d’occhio quella ragazza che significava tutto per lui, e l’ultima era avvenuta quasi diciassette anni prima. Ormai stava diventando vecchio, ma nello stringere tra le braccia quella piccola creatura si ripromise di non smettere di vegliare su sua sorella, il cui grande risultato nello studio del Tempo era stato generare un incantesimo di Manipolazione impossibile da spezzare, inconsapevole però che la formula, per come l’aveva scritta, avrebbe avuto effetto solo su di lei. Grace aveva manipolato il Tempo, ci era riuscita, e gli effetti non si esaurivano mai. Aveva creato qualcosa che, giunto al momento della sua morte, tornava allo stato iniziale, pronto per ricominciare tutto esattamente da capo. Ciò che non aveva previsto, tuttavia, era che sarebbe toccato a lei.

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