Buon pomeriggio lettori e lettrici 😊
Visto che ormai ho dato l’esame e il voto è verbalizzato, posso parlarvi e recensire uno dei libri che ho dovuto leggere per questo corso: Le città invisibili di Italo Calvino.
Titolo: Le città invisibili Autore: Italo Calvino Editore: Mondadori Collana: Oscar opere di Italo Calvino Pagine: 176 Anno: 1996 Trama: Il punto di partenza di ogni capitolo è il dialogo tra Marco Polo e l’imperatore dei Tartari Kublai Khan, che interroga l’esploratore sulle città del suo immenso impero. Marco Polo descrive città reali, immaginarie, frutto della sua fantasia, che colpiscono sempre più il Gran Khan. Città reali scomposte e trasformate in chiave onirica, e città simboliche e surreali che diventano archetipi moderni in un testo narrativo che raggiunge i vertici della poeticità.
Parere
Come per Il sentiero dei nidi di ragno, non ho amato quest’opera. Al di là di tutte le considerazioni letterarie che potrei fare sul tema della città e dell’interpretazione della modernità operata da Calvino (il discorso è abbastanza interessante ma non cade a favore del mio apprezzamento), Le città invisibili è stata per me una lettura incredibilmente lunga e pesante. Stilisticamente e concettualmente non ho nulla da dire, è pur sempre Calvino e io non sono nessuno, ma il suo stile combinatorio non rende assolutamente facile arrivare alla fine di questo libro e se anche la descrizione delle città potrebbe appagare la parte fantastica del mio gusto, è tutto talmente contorto e complesso da rendere tutto troppo. Non so come lo rende, ma è troppo. Se lo leggete per la poetica del suo autore è interessante e completo; se lo leggete come romanzo, lasciatevelo dire: avete sbagliato libro. Non amando Calvino né per la sua poetica, né per le storie che racconta, Le città invisibili è uno dei libri peggiori che ho letto in questo paio di mesi.
voto
Piccola rettifica al post di ieri: i BlogTour saranno domani e dopo non nel weekend!
A più tardi 💋
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