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Immagine del redattorefedecaglioni

Lost in Translation : Sara Holland

Ciao 😊 e buon lunedì!

Per oggi torno a riproporvi Lost in Translation con un pezzo tratto da Everless, primo romanzo di Sara Holland e ancora inedito in Italia di cui vi ho parlato settimana scorsa. Quello che vi propongo è tratto dal primo capitolo e, as usual, ci sarà prima l’originale e poi la mia traduzione!

Anxiety knots my stomach. I can’t put off the marketplace any longer. I’ve known for years it would eventually come to this, but still I curse under my breath. Turning back toward town, I sling my dripping satchel over my shoulder. I’ve gone farther out than usual, and I regret it now with the snow soaking through my worn-out boots, the trees intercepting what remains of the day’s warmth. Eventually the woods thin out and give way to the dirt road leading into town, which has been churned into frozen mud by hundreds of wagon wheels. I trudge along its side, steeling myself for the marketplace. I’m haunted by thoughts of the time lender’s blade, the vials waiting to be filled with blood. And then the blood waiting to be turned to iron, the wave of exhaustion I’ve heard follows as he leeches time from one’s veins. Worse, though, is the thought of listening through the thin walls of the cottage as Papa tosses and turns on his straw mattress. Sorceress knows he needs the rest. This last month, I saw him waning before my eyes, like a winter moon. I swear his eyes are graying—a sign that one’s time is running out.

E la mia traduzione:

L’ansia mi serra lo stomaco. Non posso più evitare la piazza del mercato. Sono anni che so si sarebbe arrivati a questo, alla fine, eppure impreco lo stesso sottovoce. Ritornando verso la città, getto su una spalla la borsa gocciolante. Sono andata più lontano del solito e adesso lo rimpiango, con la neve che mi inzuppa gli stivali logori, e gli alberi che intercettano ciò che rimane del calore del giorno. Alla fine il bosco si dirada e lascia spazio alla strada sporca che porta in città, rimestata con violenza nel fango congelato sotto centinaia di ruote di carri. Mi trascino lungo un margine, facendomi coraggio per ciò che mi attende nella piazza del mercato. Vengo perseguitata dai pensieri sulla lama del prestatempo, sulle boccette che aspettano di essere riempite di sangue. E poi dal sangue che attende di essere trasformato in ferro, l’ondata di spossatezza che ho sentito dire ti colga mentre lui salassa il tempo dalle tue vene. Peggiore, tuttavia, è il pensiero di ascoltare papà tossire e girarsi nel suo pagliericcio attraverso le pareti sottili del cottage. L’Incantatrice sa che ha bisogno di risposare. Nell’ultimo mese, l’ho visto indebolirsi davanti ai miei occhi, come una luna dicembrina. Giuro che i suoi stanno ingrigendo. Un segno che il tempo si sta esaurendo.

Spero vi sia piaciuta  😉 Se vi va, fatemi sapere se va bene così o se secondo voi potrebbe migliorare! O anche se volete leggere altro 😉

Federica 💋

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