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“New York” di Edward Rutherfurd

Buongiorno 😊

Wow, questa è ufficialmente la prima recensione di Agosto e si tratta di uno dei libri per la mia reading challenge di quest’anno, Libera Lo Scaffale 2018! È il libro più lungo che avevo in lista ma finora è quello che ho trovato più scorrevole e coinvolgente, nonostante i 400 anni e oltre in cui si svolgono gli eventi narrati.


Titolo New York Autore Edward Rutherfurd Traduzione S. Viviani Editore Mondadori Anno 2011 Anno prima edizione 2009 Genere Storico Formato Cartaceo Pagine 984 Prezzo 14,50€ Acquisto Amazon

New York suscita da sempre un fascino irresistibile. Ma quali sono i motivi che l’hanno resa una città unica al mondo? Dalla metà del Seicento – quando New York si chiamava ancora Nuova Amsterdam ed era soltanto una piccola colonia olandese – alla moderna metropoli dei grattacieli, Edward Rutherfurd ricostruisce il suo mito con questa saga appassionante. Quasi quattro secoli di storia, dai piccoli traffici con le tribù indiane alla dominazione inglese, dalla Rivoluzione alla Guerra civile, dalle moltitudini di immigrati che sbarcavano a Ellis Island tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento ai ruggenti anni Venti, dal crollo della Borsa nel 1929 alle guerre mondiali, fino alla tragedia dell’ll settembre. Nel caratteristico stile che lo ha reso famoso, l’autore mescola il rigore storico alle coinvolgenti vicende quotidiane dei suoi personaggi, tra cui diverse generazioni della famiglia Master, di origine anglo-olandese, attorno alla quale si muovono altre figure appartenenti a tutti gli strati sociali e a differenti etnie: nativi americani, africani, irlandesi, tedeschi, italiani, europei dell’Est, ebrei, testimoni e protagonisti dei molteplici eventi che hanno costruito il volto della “Grande mela”. Desideri e speranze, avidità e corruzione, una mescolanza di sogno e intraprendenza che è il tratto caratteristico di una città divenuta simbolo, centro nevralgico dell’economia, della finanza e della cultura non solo statunitensi.

La storia di una città raccontata attraverso i secoli e le generazioni che l’hanno attraversata è, in breve, il fulcro di questo immenso romanzo di Edward Rutherfurd. Partendo dal 1664 e da quella che all’epoca era una colonia olandese abitata per lo più da commercianti, New York si snoda attraverso quattro secoli della storia di quella che è tra le più conosciute e famose città americane, ne descrive i momenti più importanti in una scansione temporale estremamente ampia ma più che avvincente e ben riuscita, in cui si viene trascinati e coinvolti senza quasi accorgersi dello scorrere delle pagine. Si parte da Nuova Amsterdam e dalla vita di un commerciante olandese, Dick Van Dyck, per poi seguire la storia della sua discendenza attraverso la travagliata storia americana e il punto di vista, assai longevo, della famiglia Master. Tutti i membri di questa famiglia benestante, ma fittizia, si rendono protagonisti o assistono silenziosi a tutti gli eventi formativi della nazione che oggi è una delle potenze mondiali e Rutherfurd evidenzia così come tutti quei caratteri tipicamente americani – la libertà, la lotta per i diritti e anche i grandi soprusi – siano il frutto di secoli di cambiamenti, scelte e azioni avvenuto in momenti estremamente normali, ma carichi di significati profondi.

Mentre il saluto del cannone riecheggiava sopra il porto di New York e il vecchio Andrew Hamilton prendeva congedo, gli abitanti della città, oltre a godersi il loro trionfo su un avido governatore, festeggiavano qualcosa di più profondo. La previsione di Eliot Master si rivelò corretta. Il processo Zenger non cambiò la legge sulla diffamazione, ma chiarì a ogni futuro governatore che i cittadini di New York, e di qualsiasi altra città nelle colonie americane avrebbero esercitato ciò che, senza bisogno di essere filosofi, ritenevano il loro diritto naturale di dire e scrivere ciò che volevano. Il processo non fu mai dimenticato. Divenne una pietra miliare nella storia d’America. E già all’epoca la gente se ne era resa perfettamente conto.

Ad essere protagonista è un’intera famiglia, dalle sue origini alle discendenze dei giorni nostri, ma attorno ai fittizi Master si articola un intero universo di personaggi anch’essi inventati ma rappresentativi di quella diversità umana che ha caratterizzato New York sin dalle sue origini. Perciò a raccontare il loro punto di vista ci sono anche gli schiavi neri, gli immigrati tedeschi, irlandesi e italiani, legando le loro vite a doppio filo con quella degli attori principali del romanzo. New York, quindi, non è solo la storia di questa famiglia nella città attraverso il tempo, è la storia della città stessa, perché essa diventa la vera protagonista della vicenda, nella mutevolezza dei suoi confini, delle sue strade e dei suoi abitanti, nelle sue multiple sfaccettature e diversità, che diventano via via sempre più complesse.

«È possibile. Ma tutti gli indizi ci dicono che la Gran Bretagna non ci concederà mai la vera indipendenza che cerchiamo.» «Cosa volete creare? Una repubblica?» «Sì. Una repubblica libera.» «Sta’ attento a quello che desideri, James. Sei stato a Oxford e conosci la storia meglio di me. L’intransigente repubblica romana non è crollata alla fine? E in Inghilterra, dopo l’esecuzione di re Carlo, il governo di Cromwell si è trasformato in una dittatura tale che gli inglesi hanno preferito restaurare la monarchia.» «Dovremo fare meglio.» «Una buona intenzione, ragazzo mio, ma nessun paese, di qualsiasi dimensione, ci è mai riuscito.»

Il romanzo di Rutherfurd è sicuramente complesso e molto articolato, tuttavia lo stile è capace di coinvolgere nelle vite dei diversi protagonisti con una semplicità e un’immediatezza sorprendenti. Come vi accennavo, si resta incollati alle pagine, scoprendo le vite di persone normali insieme a tutti quei momenti storici fondamentali: le guerre con i nativi, lo scontro tra olandesi e inglesi per il dominio dell’isola di Manhattan, i litigi e le differenze tra colonia e madrepatria, la guerra d’indipendenza e quella civile, i problemi economici, l’arrivo del novecento e delle sue devastazioni. È un inno a una città che ha attraversato la storia mantenendo un ruolo centrale nonostante gli alti e bassi della sua esistenza; è un inno alla collettività che l’ha animata e la anima qualunque cosa accada nelle sue strade e nel mondo. È, infine, la descrizione di come New York sia storicamente arrivata a trasformarsi nel simbolo di tutto ciò che è americano, nel bene e nel male del termine, in un tentativo di ripercorrerne obiettivamente le fasi e spiegarne l’evoluzione.

Io a New York ci sono stata (ormai 😢) due anni fa e mi ha fatto super piacere leggere questo libro, perché mi ci ha riportata, svelandomi anche tanti aspetti della sua storia che non conoscevo. È una super lettura, tra le migliori di quest’anno!

E i romanzi storici, ultimamente, mi stanno ri-affascinando. Credevo non succedesse più dopo aver letto Le Benevole di Jonathan Littell, ma è sempre bello ricredersi, non trovate? 😉

A presto Federica 💋

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