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“Piccoli suicidi tra amici” di Arto Paasilinna

Ciao a tutti e buon Giovedì!

Il libro di quest’oggi, senza farvi fuorviare dal titolo, è uno dei più divertenti e ironici che abbia mai letto, il migliore per ora del 2018 😉


Titolo: Piccoli suicidi tra amici Titolo originale: Hurmaava joukkoitsemurha Autore: Arto Paasilinna Traduzione: Maria Antonietta Iannella, Nicola Rainò Editore: Iperborea Anno: 2015 Anno prima edizione: 1990 Genere: Narrativa contemporanea Formato: Cartaceo Pagine: 272

Ci sono momenti in cui i ripetuti insuccessi, un matrimonio a rotoli, lo stress, la solitudine sembrano davvero troppo per conservare la voglia di vivere: non è meglio farla finita e andarsene da questo mondo che pare sempre meno “un luogo adatto all’uomo”? Seduto sui gradini di casa con una bottiglia di birra in mano, il direttore Onni Rellonen, imprenditore fallito, decide di dire basta a “quel suo vivacchiare privo di senso”. Ma cosa succede se il fienile scelto per “il botto finale” è già occupato da un colonnello a riposo risoluto a mettere fine ai suoi giorni? Non ci saranno anche molti altri nelle stesse condizioni, con cui varrebbe la pena di spartire timori, rischi e spese, per un dignitoso suicidio collettivo? E così, caricati sulla Saetta della Morte, lussuoso pullman dotato dei più desiderabili comfort, trentatré selezionati aspiranti suicidi partono per un viaggio che li porterà da un capo all’altro dell’Europa alla ricerca del migliore strapiombo da cui lanciarsi nel vuoto. Sotto il comando del colonnello Kemppainen, frustrato da un’epoca “così profondamente pacifica”, con l’assistenza di Rellonen e della fidata vicepreside Helena Puusaari, conturbante trentacinquenne dai capelli rossi con l’hobby di struggenti passeggiate nei cimiteri, la Libera Associazione Morituri Anonimi raccoglie i più disparati e folli personaggi, decisi, come il Vatanen dell’Anno della Lepre, a tagliare tutti i legami di un’esistenza che li ha delusi e maltrattati, per la libera avventura di un fatale Grand Tour, che diventerà presto il più gioioso manifesto della voglia di vivere. Dalle falesie di Capo Nord ai burroni del Furka, fino all’estrema punta dell’Algarve, tra spericolate avventure, amicizie, solidarietà e nuovi amori, la banda degli apprendisti suicidi sarà immancabilmente raggiunta dall’irriducibile nemico da cui ha tentato di fuggire: la vita.

Ho ricevuto questo libro in regalo e per me è stata una scoperta. Non conoscevo l’autore e forse credo di aver sentito nominare solamente questo titolo, perciò non avevo idea di cosa mi trovata davanti dopo le prime pagine. Senza troppi giri di parole vi dico che è meraviglioso! Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna è un vero e proprio diamante, una storia colma di ironia e di humor tanto da regalare sorrisi e risate a non finire. Le vicende di questo improbabile pullman di suicidi finlandesi, che viaggia da Helsinki a Capo Nord e poi fino al Portogallo per cercare il posto perfetto dove farla finita tutti insieme, mi hanno piacevolmente divertita, con il taglio ironico della narrazione in terza persona.

Fallire un suicidio non è poi la cosa più tragica al mondo: non si può riuscire sempre in tutto.

Il tema principale è, ovviamente, la morte, in tutte le sue declinazioni, e l’idea che la Finlandia, come gli altri Paesi scandinavi, presenti un alto tasso di suicidi ma, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, il libro non si rivela un panegirico su quanto sia meraviglioso raggiungere l’aldilà per i trenta Morituri Anonimi (questo il nome scelto per lo strampalato gruppo). È, piuttosto, un vero e proprio viaggio alla riscoperta del loro più acerrimo nemico: la vita. Tra episodi che hanno del surreale e brusche frenate sulle scogliere di Capo Nord, coloro che non ne vogliono più sentir parlare di starsene al mondo diventano le guide di chi legge per ritrovare il giusto equilibrio in una società allo sbando. Da intrepidi suicidi imparano e riscoprono quello che avevano dimenticato: la vita ci insegue sempre, soprattutto se cerchiamo di sfuggirle!

I suicidandi arrivarono unanimemente alla conclusione che, fosse pure la morte la cosa più seria di questa vita, neanche quella lo era più di tanto.

Lo stile, come già vi anticipavo, è semplicemente e meravigliosamente ironico. Nulla è esente dalla presa in giro, nemmeno la morte. Anzi, qui è soprattutto la morte ad essere oggetto dell’ilarità dilagante di Paasilinna e anche se i dialoghi sono ridotti a sporadiche battute, sono i commenti e le descrizioni del narratore onnisciente a regalare le parti più belle del libro.

Credevo che la letteratura scandinava fosse tutta come quella de Uomini che odiano le donne, thriller talmente cupi da mettermi ansia solo a guardarli! E invece, benché il tema non sia poi più allegro, Paasilinna ha saputo dare una spinta in più! Ve lo super consiglio!! Davvero, da leggere, soprattutto se amate lo humor nero!

A domani Federica 💋

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