Buondì 😀
Oggi arrivo un po’ più tardi (perdonate ma ho fatto un salto in università per far stampare la tesi!!) con Potrebbe piovere e il film dedicato a Parigi, però voglio approfittare per legarmi, in qualche modo, all’idea stessa della pellicola e ai suoi giri notturni.
Info
Titolo Midnight in Paris Regia Woody Allen Anno 2011 Genere Commedia, sentimentale, fantastico Lingua Inglese, Francese Paese di produzione Spagna, Stati Uniti d’America Soggetto Woody Allen Sceneggiatura Woody Allen
Trama
Gil (sceneggiatore hollywoodiano con aspirazioni da scrittore) e la sua futura sposa Inez sono in vacanza a Parigi con i piuttosto invadenti genitori di lei. Gil è già stato nella Ville Lumière e ne è da sempre affascinato. Lo sarà ancor di più quando una sera, a mezzanotte, si troverà catapultato nella Parigi degli Anni Venti con tutto il suo fervore culturale. Farà in modo di prolungare il piacere degli incontri con Hemingway, Scott Fitzgerald, Picasso e tutto il milieu culturale del tempo cercando di fare in modo che il ‘miracolo’ si ripeta ogni notte. Suscitando così i dubbi del futuro suocero.
Cast
Owen Wilson è Gil Pender
Rachel McAdams è Inez
Michael Sheen è Paul
Marion Cotillard è Adriana
Léa Seydoux è Gabrielle
Kathy Bates è Gertrude Stein
Adrien Brody è Salvador Dalí
Tom Hiddleston è Francis Scott Fitzgerald
Alison Pill è Zelda Fitzgerald
Corey Stoll è Ernest Hemingway
Trailer
Parere
Woody Allen non è mai stato uno dei miei registi preferiti. Troppo scombussolante per me e un po’ troppo pessimista in certi film.
Midnight in Paris è iniziato con gli stessi preconcetti, ma devo dire che alla fine mi è piaciuto essenzialmente perché sono un po’ come il protagonisti Gil.
L’idea che muove la storia è quella di un viaggio nel tempo la cui causa è Parigi e è l’amore di Gil per gli anni ’20, l’epoca migliore secondo lui per la vitalità sociale e culturale della capitale francese. Ogni notte, a mezzanotte, la Parigi di Picasso, Hemingway, Dalì, Fitzgerald e di Gertrude Stein torna a vivere, ci sommerge con i suoi colori giallognoli dati delle luci di inizio secolo e la musica che di giorno può solo essere riprodotta solo da un vecchio grammofono. Il passato è persino più reale del presente perché è durante le passeggiate e gli incontri notturni con i suoi miti che Gil rivela se stesso. Le scene diurne, al confronto, sono solo una piatta successione di momenti in cui l’animo di questo scrittore è schiacciato dalla quotidianità e dal confronto con Paul, studioso apparentemente informato su qualunque cosa (in realtà, un personaggio pedante e che io avrei mandato a quel paese dopo due secondi), nonché dalla maniacale fidanzata Inez (anche lei insopportabile a livelli cosmici). A salvare il povero e drammaticamente Romantico Gil ci pensa Parigi e la carrellata di artisti che di sera in sera incontra nelle sue peregrinazioni. Sembra inevitabile credere che questa sia l’epoca perfetta ma l’incontro con Adriana, amante e modella di Picasso (e Modigliani e Braque…), e il loro
innamoramento reciproco lo mette di fronte alla realtà dei fatti: ciò che noi consideriamo un’epoca di meraviglie, per chi la vive tutti i giorni non è altro che quotidianità noiosa, lo stesso sentimento che Gil avverte nel sul presente.
Il cast, dati questi personaggi, non può che agire di conseguenza e ci si ritrova di fronte a un vitreo Owen Wilson di giorno che la notte rivela tutte le profondità di cui è capace Gil, mostrando un animo vitale quanto combattuto dal pensiero che la vita reale non potrà mai eguagliare la straordinaria vivacità dell’esistenza negli anni ’20. E poi Rachel McAdams, Michael Sheen, Tom Hiddleston, Corey Stoll, Mimi Kennedy, Adrien Brody, Marion Cotillard e Kathy Bates. Tutti questi grandi attori rendono davvero credibili e reali i grandi artisti che di solito siamo abituati a studiare solo a scuola.
È un bel film, ma come vi ho detto Allen non è tra i miei registi preferiti (proprio come Wilson è un attore che mi fa storcere spesso il naso perché non mi piace particolarmente) e per questo il film è sì bello, ma non abbastanza da farmi impazzire. L’avventura di Gil negli anni ’20 si conclude solo perché Adriana decide di restare nella Belle Époque e non capisce che è nel presente che deve cercare il proprio motivo di realizzazione. È permeato da disillusione e da una breve speranza finale che per quanto bella non mi ha lasciato convinta abbastanza. Gil potrà cambiare? Forse sì, ma non è dato saperlo.
Voto
I film di Allen riscuotono sempre un gran successo, vai a capire perché… XD Ovviamente, voglio sapere se lo avete visto e se vi è piaciuto, oppure no. Fatevi avanti 😀
A presto 💋
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