Titolo: Avengers: Age of Ultron Regista: Joss Whedon Cast: Robert Downey Jr., Chris Evans, Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Scarlett Johansson, Jeremy Renner, James Spader, Elizabeth Olsen, Aaron Taylor Johnson, Samuel L. Jackson, Paul Bettany Trama: Quando Tony Stark cerca di avviare un programma di pace, le cose degenerano e i più grandi eroi della Terra, tra cui Iron Man, Captain America, Thor, l’incredibile Hulk, Vedova Nera e Occhio di Falco, saranno messi alla prova, mentre il destino del pianeta è a rischio. Il villain Ultron emerge, e spetterà agli Avengers impedirgli di attuare i suoi terribili piani, e presto scomode alleanze e situazioni inaspettate apriranno la strada a un’avventura originale, su scala globale. La squadra deve riunirsi per sconfiggere Ultron (James Spader), un terrificante megacattivo deciso ad annientare il genere umano. Sulla strada, gli eroi affronteranno due misteriosi nuovi arrivati, Wanda e Pietro Maximoff, incontrando anche un vecchio amico in vesti nuove.
Il mio giudizio
Tanta attesa ripaga, almeno in termini di spettacolarità e effetti speciali. Sì, perché se consideriamo la trama dell’ultimo nato di casa Marvel rischiamo non pochi problemi e mal di testa!
Innanzitutto dobbiamo aver ben presenti – o addirittura stampati nel nostro codice genetico – i precedenti film realizzati da mamma Marvel, non solo The Avengers ma anche tutte le altre pellicole sui supereroi (dal secondo Hulk a Guardiani della Galassia) se vogliamo sperare di afferrare i fin troppi riferimenti e richiami presenti nel film. La comprensione degli eventi è messa fortemente a rischio dall’introduzione di altrettanto eccessivi (in numero) input e personaggi. Troppa carne al fuoco per i poveri spettatori, che devono seguire, da un lato, la lotta degli Avengers contro un’intelligenza artificiale sfuggita al controllo di Tony Stark e, dall’altro, la comparsa di due umani “migliorati” (in realtà sono mutanti, ma questa parola non poteva essere usata per non creare conflitti di interessi con un’altra casa cinematografica) e di un androide dall’intelligenza aliena, i quali metteranno in crisi l’unione dei “buoni”.
Menzione a parte, secondo me, va riservata al villain di turno e al simbolismo che lo circonda. Due sono i caratteri chiave: è una macchina; 3/4 delle sue battute sono frasi dal rimando biblico. Il primo aspetto rimanda al dibattito su quanto in avanti sia consentito spingersi nello sviluppo delle nuove tecnologie (come la creazione di coscienze artificiali) senza che queste si ribellino contro i propri creatori. Il film risponde mettendo a confronto Ultron con un secondo androide, Visione, in quello che in realtà è un rimandare il problema: gli umani, nemmeno i più abili scienziati (come Tony Stark e Bruce Banner), possono contenere una super intelligenza. Solo un potere, quello di Thor, e un oggetto, la Gemma, alieni (nel significato di “diverso, estraneo”) riescono a contenere questo essere infinitamente intelligente.
La seconda caratteristica di Ultron è di ricordare un predicatore in preda a un fervore religioso degno dei più incalliti sostenitori delle crociate. “Questa è la pietra su cui fonderò la mia chiesa” è un leitmotiv per l’androide. Il baluardo della modernità parla, in modo troppo pretenzioso, come un profeta o un messia biblico. Ciò che devono sconfiggere gli Avengers non è più solo il progresso fuori controllo, ma anche la base più gretta e cieca della cultura occidentale. Pena dell’insuccesso: la fine dei Vendicatori e dell’intero pianeta.
Buoni gli stacchi e le battute ironiche che spezzano la tensione fin troppo alta. Nulla da dire sul coinvolgimento emotivo nei confronti dei personaggi, che non sono mai stati così umani e vulnerabili come nello scontro con Ultron. Proprio la loro umanità è stata prepotentemente messa in primo piano con la comparsa della famiglia di Occhi di Falco (Jeremy Renner), come per ricordarci che sono sì super uomini, ma hanno una vita come tutti gli altri alla quale fare necessariamente ritorno. (Super)Eroe, ma solo nel momento del bisogno!
⭐️⭐️
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