Buongiorno 😄
Visto che è arrivato l’autunno ho deciso di dedicare la primissima recensione di questo nuovo ciclo a un libro abbastanza cupo, proprio come possono esserlo le giornate autunnali! E chi meglio del solo e inimitabile Edgar Allan (Poe) poteva assistermi? Nessuno! Infatti è proprio il maestro del gotico americano a darmi manforte!
Info
Titolo I delitti della Rue Morgue. Il mistero di Marie Rogêt Titolo originale The Murders in the Rue Morgue & The mystery of Marie Rogêt Autore Edgar Allan Poe Traduzione F. Franconeri Editore Giunti Anno 2015 Anno prima edizione 1843 Genere Racconti, mistero Formato Cartaceo Pagine 128
Trama
Nel cuore della notte, da un appartamento al quarto piano di un palazzo parigino, si levano urla spaventose. I gendarmi sfondano la porta, trovandosi di fronte uno scenario sconvolgente: il corpo sfigurato della giovane Camille incastrato nella cappa del camino e, nel cortile sottostante, il cadavere della madre, orribilmente mutilato. Ma da dove è fuggito l’assassino se la porta e le finestre sono tutte sprangate dall’interno? E perché i vicini sostengono di aver udito una voce stridula dall’idioma incomprensibile? Per la polizia si tratta di un enigma insolubile, ma non per il geniale Auguste Dupin, gentiluomo parigino deciso a risolvere il mistero.
Parere
Edgar Allan Poe è un genio del macabro, ma in questa duplice raccolta è più il lato misterioso e noir della sua narrativa a prendere il sopravvento. A fare da perno alle due indagini del primo detective privato della storia ci sono alquanto misteriosi ed improbabili omicidi che sconvolgono la tranquillità di Parigi, una città che non è mai veramente pacifica. Auguste Dupin è un gentiluomo parigino, un flâneur che gira per la città in lungo e in largo notandone ogni aspetto e contraddizione e restando nascosto allo sguardo perso della massa. Isolato nella sua grande casa vuota e allo stesso tempo vicino a chi tanto rifiuta, le persone, è dotato di una mente così acuta da poter ricostruire il filo dei pensieri altrui quasi come se leggesse nella mente. Poe crea un personaggio romantico e profondamente decadente, una versione letteraria e più analitica di Charles Baudelaire, che sfrutta il proprio genio per risolvere due dei più efferati e criptici omicidi mai avvenuti. Ne I delitti della Rue Morgue, il primo caso di questo improvvisato detective, più che assicurare l’omicida alla giustizia (sequenza e articolazione di per sé interessante), si assiste alla nascita di un genere e di un metodo d’indagine che diventerà un vero e proprio classico della letteratura: il poliziesco. Poe costruisce e orchestra l’indagine e gli indizi in modo da creare una sequenza analitica di sistemi causa-effetto (o azione-reazione) che permettono a chi legge di seguire il filo del discorso senza sentirsi estraneo all’intera vicenda. La mente acuta e analitica (perdonate, ma è un aggettivo fondamentale) di Dupin ci intrappola e invoglia a seguirla nel ragionamento, sfidandoci a capire in che direzione andare per dare un volto e un nome al colpevole. Senza fare anticipazioni sul finale, la vera identità dell’omicida è il vero colpo di scena della storia, che porta il racconto ad assumere una sfumatura fantastico-orrorifica tipica del gusto ottocentesco. Con la seconda indagine, il misterioso omicidio di Marie Rogêt, l’attenzione si focalizza ancor di più sul processo mentale del protagonista, tralasciando altri elementi che avrebbero potuto snellire e alleggerire quello che, a tutti gli effetti, sembra essere un rapporto di polizia o un articolo di cronaca eccessivamente dettagliato. La lettura, se affrontata subito dopo I delitti, risulta lenta e ridondante, fin troppo accurata nelle elucubrazioni mentali su ciò che è realmente accaduto alla giovane Marie, complice anche la stesura impersonale in terza persona e l’assenza di veri e propri dialoghi tra i personaggi. I due racconti si bilanciano e completano nello spiegare cosa sia il metodo analitico e questo diverso genere di letteratura, ma è sicuramente il primo ad avere una resa migliore e un’attrattiva maggiore per il lettore, proprio perché non è una semplice spiegazione dei fatti, ma una ricostruzione in cui si è coinvolti e invogliati a prendere parte.
Voto
Ottobre e il mio autunno iniziano con tre ombrellini. Speriamo di trovare altre letture così e magari anche migliori!
Voi avete mai letto nulla di Poe? Io mi fermo a questi racconti e a L’uomo finito, che è più sul macabro rispetto a questi due, e sinceramente non ho mai pensato di leggere altro. Non perché non mi piaccia, ma perché forse non lo vedo come un autore “nelle mie corde”… Magari tra qualche tempo lo rivaluterò e leggerò solo lui 😆 Vedremo!
Ok! Per oggi vi ho trattenuti abbastanza, vi lascio liberi di andare (come se potessi tenervi qui sul serio con la forza 😂).
Alla prossima! Federica 💋
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