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[Recensione] “Jane Eyre” di Charlotte Brontë

Buongiorno!

Siamo a venerdì e questa settimana si chiude con la recensione di Jane Eyre, che per me è il libro migliore di Charlotte Brontë!


Titolo Jane Eyre Autore Charlotte Brontë Traduzione L. Spaventa Filippi Editore Newton Compton Editore Anno 2011 Anno prima edizione 1847 Genere Narrativa ~ classici Formato Ebook Pagine 320

Jane Eyre è il capolavoro di Charlotte Brontë, l’affresco vivissimo di un’epoca e di una società, la storia di una proposta d’amore inaccettabile dal punto di vista della morale corrente ma che innesca il tormento della passione e la conseguente repressione. Potente figura femminile, l’eroina del romanzo ha ispirato numerose versioni cinematografiche. Cenerentola priva del candore della fiaba, Jane è la piccola governante che affascina e poi sposa il suo padrone, né bella né attraente secondo i canoni ottocenteschi della femminilità, forse ignara delle arti sottili della seduzione, ma animata da una volontà incrollabile che travolge ogni ostacolo e la preserva immune dalle tentazioni disseminate sull’aspro cammino che conduce alla realizzazione di sé come donna.

Jane Eyre è una giovane orfana, cresciuta dagli zii materni (e poi solo dalla zia acquisita) sin dai primi anni di vita e costretta sin da subito a fare i conti con l’odio, il risentimento e i bigotti precetti di tutori che, in lei, non vedono altro che una bambina ribelle, animata da insana curiosità e da un carattere difficile. La sua vita con zia Reed e i suoi figli, seguita dagli anni trascorsi nella scuola di Lowood, rappresentano per Jane anni di sofferenza e privazione, un’esperienza tuttavia formativa che plasma il suo carattere senza per questo renderla diversa da chi è sempre stata. Il carattere deciso e resiliente di Jane è ciò che le permette di farsi strada nella vita, diventando ben presto insegnante a Lowood e, poi, governante per la giovane pupilla ospitata a Thornfield Hall, la storica dimora del misterioso Mr. Rochester.

La vita mi sembra troppo breve per sciuparla nel coltivare delle animosità, o registrare i torti ricevuti. Siamo, ed è fatale, tutti quanti carichi di colpe in questo mondo.

L’arrivo a Thornfield segna per Jane un nuovo capitolo della sua vita. Indipendente e libera di dedicarsi alle sue passioni, i suoi giorni nella casa di Rochester si alternano tranquilli, tra lezioni alla giovane Adèle e l’occuparsi di sé, anche se, a volte, strani rumori e comportamenti da parte di Mrs. Poole, una cameriera assai particolare. Ma la pace viene interrotta con l’arrivo improvviso di Mr. Rochester, un uomo burbero e sarcastico, disposto a mettere Jane sotto torchio per testarne la tempra, l’intelligenza e, con suo stupore, uno spirito critico molto forte, indipendente e non disposto a essere trattato con inferiorità solo perché donna.

In genere si crede che le donne siano molto quiete. Le donne invece provano gli stessi sentimenti degli uomini. Hanno bisogno di esercitare le loro facoltà, e di provare le loro capacità come i loro fratelli; soffrono come gli uomini dei freni e dell’inattività, e fa parte della mentalità ristretta dei loro compagni più fortunati il dire che si devono limitare a cucinare e a far la calza, a suonare il piano e far ricami. È stupido condannarle o schernirle, se cercano di fare di più o imparare di più di quello che è solito al loro sesso.

Be’, credo che la trama e le vicende di Jane Eyre siano tra le più conosciute nel mondo dei Classici letterari. Il suo rapporto con Edward Rochester ha segnato l’evoluzione dei rapporti romantici nei libri fino a oggi, creando quell’alone di mistero e attrazione che fa del poco cortese Rochester il “bad boy” di metà Ottocento e che, comunque, ha un fascino impossibile da imitare e da ignorare. Gli alti e bassi che caratterizzano il suo rapporto con Jane, gli inganni e il passato scandaloso creano un personaggio ancora moderno e capace di emozionare, con il quale arrabbiarsi, ma impossibile da non amare e per il quale sperare. Jane, dal canto suo, è una protagonista che ho adorato. Forte, indipendente e sicura di sé, del proprio valore come persona in generale e come donna poi, che è disposta a sacrificare anche l’amore della sua vita per la propria integrità e che tuttavia, allo stesso tempo, non rinuncia all’idea dell’Amore solo perché sa che il proprio sarebbe impossibile, per accettare la via della convenienza con St John (un personaggio che mi ha dato abbastanza sui nervi). E i sentimenti, oltre alla capacità di pensiero e all’intelligenza, sono ciò che fa di Jane (e Rochester) la protagonista più moderna che si possa trovare in un Classico come questo e che, anche a differenza di Catherine in Wuthering Heights (di Emily Brontë), ha saputo rendere il romanzo una vera meraviglia.

Trovai te. Tu sei la mia compagna, la migliore parte di me, il mio buon angelo. Mi sento legato a te da un forte affetto. Ti giudico buona, virtuosa, amabile. È nata nel mio cuore una passione ardente e profonda, che mi spinge verso di te, fa di te il centro della mia vita e unisce le nostre due esistenze in un’unica fiamma pura e potente.

Ultimo aspetto, ma è scontato con Charlotte Brontë, riguarda lo stile e le descrizioni, sia delle emozioni sia degli ambienti e del paesaggio in cui i protagonisti si muovono. Proprio quest’ultimo, con i suoi grandi e meravigliosi spazi aperti, si fa personaggio reale all’interno della narrazione, determinando il percorso seguito dai pensieri e dalle riflessioni di tutti, ma soprattutto di Jane, la voce narrante e colei che mette in evidenza tantissime tematiche diverse, dall’educazione dei più giovani al ruolo di uomini e donne nella società Vittoriana, dal valore del matrimonio a quello del denaro e dei sentimenti, dando un quadro vivido e dettagliato della società che raffigura e in cui tutti, ma Jane e Rochester in primis, devono seguire delle regole ben determinate, altrimenti saranno classificati come ribelli (Jane) e diavoli (o libertini, Rochester).

Mi perdonerà Heathcliff, ma con Rochester non c’è storia! Meraviglioso tutto il romanzo, ma soprattutto i momenti tra i due protagonisti. E, finalmente, ho aggiunto questo Classico alla lista dei “depennati” 😅 voi, invece? Lo avete letto o siete all’oscuro del segreto di Thornfield Hall?

Fatemi sapere e… buon weekend! Federica 💋

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