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[Recensione] “Rovina e ascesa” di Leigh Bardugo

Buongiorno lettori 😊

Ultima recensione della settimana prima delle vacanze e vi porto nel Grishaverse, alla scoperta dell’ultimo volume della serie dedicata ad Alina Starkov, l’Evocaluce.


Titolo Rovina e ascesa Titolo originale Ruin and Raising Autore Leigh Bardugo Traduzione R. Verde Saga The Shadow and Bone Trilogy #3 Editore Mondadori Pubblicazione Marzo 2021 Genere Fantasy, Young Adult Formato Cartaceo (18,90€) ~ Digitale (9,99€) Pagine 278 Acquisto Sito editore

“Disprezza il tuo cuore.” Era quello che volevo. Non volevo più essere in lutto, soffrire per qualche perdita o per i sensi di colpa, o per la preoccupazione. Volevo essere dura, calcolatrice. Volevo essere impavida. Fino a poco prima mi era sembrato possibile. Ora ne ero meno sicura.

L’Oscuro ha ormai esteso il suo dominio su Ravka grazie al suo esercito di creature mostruose. Per completare i suoi piani, gli manca solo avere nuovamente al suo fianco Alina, la sua Evocaluce. La giovane Grisha, anche se indebolita e costretta ad accettare la protezione dell’Apparat e di fanatici che la venerano come una Santa, non ha perso però le speranze: non tutto è perduto, sempre che un certo principe, sfacciato e fuorilegge, sia sopravvissuto, e che lei riesca a trovare la leggendaria creatura alata di Morozova, la chiave per liberare l’unico potere in grado di sconfiggere l’Oscuro e distruggere la Faglia. Per riuscirci, la potente Grisha dovrà tessere nuove alleanze e mettere da parte le vecchie rivalità. Nel farlo, verrà a conoscenza di alcuni segreti del passato dell’Oscuro che getteranno finalmente luce sulla natura del legame che li unisce e del potere che l’uomo esercita su di lei. Con una nuova guerra alle porte, Alina si avvia verso il compimento del proprio destino, consapevole che opporsi all’ondata di crescente oscurità che lambisce il suo paese potrebbe costarle proprio quel futuro per cui combatte da sempre.

Mesi dopo aver quasi perso la vita nel tentativo di sacrificare se stessa per uccidere l’Oscuro, Alina Starkov è una Santa nascosta sottoterra tra le grinfie dell’Apparat, il sacerdote che ha diffuso il culto dell’Evocaluce, insieme a Mal e a ciò che resta dei Grisha del Secondo Esercito dopo il massacro subito al Piccolo Palazzo. Ciò che i suoi fedeli non sanno, però, è che da quel giorno il suo potere non si è più manifestato, lasciandola debole e in balia delle ombre, oltre che delle direttive di un uomo che vuole solo usarla come un simbolo e non darle la possibilità di portare avanti la propria ricerca dell’ultimo amplificatore di Morozova, l’Uccello di fuoco, che insieme al Cervo e al Serpente marino le garantiranno il potere sufficiente a sconfiggere per sempre l’Oscuro. Ma senza i suoi poteri, preoccupata per la scarsa presenza di Grisha al suo fianco, dai quali l’Apparat non fa che isolarla, oltre all’incertezza per la sorte di Nikolaj dopo la partenza da Os Alta la notte dell’attacco, Alina sa che non deve perdere le speranze e lavorare d’astuzia proprio come le ha insegnato il giovane principe di Ravka.

Una bella ragazza. Una ragazza normale. Era ciò di cui aveva bisogno Mal. Prima o poi avrebbe cominciato a farsela con qualcun’altra, se già non era successo. E un giorno io sarei stata una persona abbastanza buona da augurargli il meglio. Ma non ancora.

Ma per fortuna Alina non è davvero sola sottoterra e con un piano azzardato ma ben organizzato, e portato avanti da Mal, da Genya, David, Tamar e Tolya (i due Grisha che l’Apparat aveva mandato a proteggerla) riesce a ribellarsi al suo carceriere e a lasciare il proprio nascondiglio per riprendere la propria ricerca, in una Ravka distrutta dalla guerra civile e con l’Oscuro che incombe su di lei dal trono che ha reclamato per sé, oltre che per Alina, mentre una resistenza che porta il nome di Nikolaj Lenstov gli dà del filo da torcere senza però trasmettere la certezza che il principe sia sopravvissuto davvero.

Attraverso territori sconvolti e solcati dal pericolo che qualcuno venda la loro posizione all’Oscuro Alina, Mal e i Grisha si avventurano alla ricerca di quella resistenza nella speranza che sia reale, arrivando a ritrovare vecchi amici e alleati solo per scoprire che dietro ai segreti di Morozova e alla ricerca dell’Oscuro si nasconde una verità capace di condizionare non solo le sorti della guerra che sconvolge Ravka, ma anche le vite di Mal e Alina, il loro rapporto e tutto ciò che sanno non potranno mai avere da quando lei ha scoperto di essere una Grisha immortale.

Nikolai si strinse nelle spalle. «Ci mettiamo i nostri abiti migliori e moriamo da eroi.»

Si giunge alla resa dei conti tra l’Evocaluce e l’Oscuro ma il loro scontro è condizionato proprio dall’uomo folle vissuto secoli prima e che tanto si è dato da fare per creare gli amplificatori capaci di cambiare il destino del Grisha che li avesse trovati tutti e insieme al suo anche il destino dell’intero mondo. Morozova, da voce altalenante nei libri precedenti, si rivela qui protagonista tanto quanto Alina, Mal e l’Oscuro e porta a uno di quei colpi di scena sconvolgenti che ti fanno desiderare di abbandonare il libro per lo shock e insieme continuare a leggere pur di sapere a cosa porterà quel cambio di passo all’interno di un finale che sembrava essere già scritto. In questo volume conclusivo, che ho trovato perfetto per chiudere tutta la trilogia, emergono poco alla volta tanti tasselli che vanno a comporre un mosaico più ampio tanto sulle ragioni che muovono l’Oscuro, che devo dirvelo è un “cattivo” che ha amato molto e che mi ha riempita di tristezza, quanto sul passato da orfani di Alina e Mal, sul motivo per cui la loro esistenza li ha fatti gravitare l’una attorno all’altro e li ha messi di fronte a tante prove e difficoltà, l’ultima delle quali pare insormontabile.

«La guarda nel modo in cui Harshaw guarda il fuoco. Come se non ne avesse mai abbastanza. Come se stesse cercando di assorbire tutto quello che può prima di perderla.»

Emozioni che vorticano e travolgono, colpi di scena che fanno davvero male al cuore – soprattutto per quanto succede a Mal e a Nikolaj – e rivelazioni che lasciano di stucco sono ciò che fa di Rovina e ascesa la perfetta conclusione di questa prima trilogia ambientata nel Grishaverse e che comunque apre le porte a tante possibilità di sviluppo per i personaggi secondari di questi tre volumi, ma anche a tante altre avventure ambientate in uno dei tanti luoghi che circondano Ravka (e che la serie tv ha già fatto scoprire). Dopo un volume in cui Mal non fa una gran figura, qui si ristabilisce quel duo che tanto mi ha emozionato nel primo libro, ma serve anche a porre l’accento sui tre rapporti che Alina stringe con lui, con Nikolaj e con l’Oscuro, sulle differenze che incorrono tra loro e che fanno sì di creare, anche solo a livello ipotetico, tre coppie che sono capaci di emozionare, ognuna a modo loro (sì, anche con l’Oscuro, di cui si scopre il nome per la prima volta). Che poi Mal sia la persona perfetta per Alina è un altro discorso, ma tutti e tre riescono secondo me a conquistare il lettore perché hanno tutti luci e ombre in grado di renderli indimenticabili, soprattutto Nikolaj per quel che mi riguarda. Ho letto che non è la serie migliore ambientata nel Grishaverse e immagino che i Corvi siano speciali (ne ho avuto un assaggio nella serie Netflix), ma è una buona introduzione al suo mondo e ai suoi personaggi, cosa che non manca di renderla una bella lettura. Magari non per Alina, che non è tra le mie protagoniste preferite, ma per chi le gravita attorno.

Perché ho amato Nikolaj sono andata a cercare se fosse o no in programma un libro su di lui, ma ho scoperto che c’è già 😍 Meraviglia! Non vedo l’ora di leggerlo, insieme a Sei di Corvi!

Voi conoscete il Grishaverse e Leigh Bardugo?

Federica 💋

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