Buongiorno e buona domenica 😄
Vi avevo promesso la mia recensione sul primo volume della saga The Mortal Instruments e finalmente riesco a postarla ✌️
Ho iniziato questo libro con molte aspettative, specie perché ho visto il film mesi fa e non mi ha entusiasmata molto, anche se la trama mi ha in qualche modo incuriosita.
So che i film raccontano un quarto della storia e lo fanno anche maluccio, per questo ho dato una chance a Città di Ossa.
L’ho letto con piacere, perché è un libro che ti coinvolge in quello che accade alla quindicenne Clary, ma il mio interesse e apprezzamento si ferma qui. So che scatenerò le ire di chi adora la saga di The Mortal Instruments, però non credo sia così eccezionale.
In molti punti l’ho trovato lento, momenti che per quanto aiutino lo scorrere della vicenda mi hanno fatto venir voglia di passare ad altro.
Non ho alcun tipo di critica da fare allo stile o ai personaggi (anzi, sì: Simon, caro, dovevi pensarci prima…), perché funzionano bene e sono ben delineati, ma non ho sentito l’effetto conquista che di solito mi prende. Nemmeno Jace ha fatto breccia nel mio cuore e il suo legame con Clary – prima e dopo la scioccante rivelazione – lascia il tempo che trova, nel senso che mi ha dato una sensazione di distacco. “Sei un’insensibile!” potrebbe dirmi chiunque sia innamorata di lui e forse sì, lo sono, ma solo verso il suo modo di fare. Capisco tutti i complessi da “L’amore è una piaga e ti ferisce sicuramente” e “Nei miei ricordi mio padre è il migliore del mondo”, però non puoi comportarti così… Nonostante questa pecca, funziona bene come personaggio.
Non ho molto altro da aggiungere. Funziona come storia, ma non mi ha conquistata… non ho trovato le stesse qualità esaltate dalle recensioni che ho letto (adesso scatta il linciaggio) ed è un peccato perché mi aspettavo di più.
⭐️⭐️
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