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Immagine del redattorefedecaglioni

Recensione “Suite Française”

Buongiorno e buonissima Domenica care lettrici e cari lettori!

Oggi è il mio compleanno e anche se sono a Londra (e non vorrei più tornare…) non mi dimentico del mio blog né di voi che mi seguite! Per quest’oggi c’è la recensione di un film che ho amato moltissimo: Suite Française!


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TitoloSuite Française Regista: Saul Dibb Anno: 2014 Cast: Michelle Williams (Lucille Angellier), Matthias Schoenaerts (Bruno von Falk), Kristin Scott Thomas (Madame Angellier), Sam Riley (Benoit), Ruth Wilson (Madeleine Labarie), Lambert Wilson (Visconte de Montmort), Margot Robbie (Celine) Trama: Durante la seconda guerra mondiale Lucille Angellier vive assieme alla prepotente suocera in un piccolo paese della campagna francese. La donna attende notizie del marito, che non ha mai veramente amato, partito per la guerra. Lucille trova conforto nel suo pianoforte. La vita della tranquilla cittadina viene sconvolta dall’occupazione dei nazisti e Lucille incontra l’affascinante comandante tedesco Bruno von Falk, assegnatole per vegliare sulla sua abitazione. Nonostante le iniziali resistenze di lei tra i due nasce un’appassionata storia d’amore.


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“Dramma storico strappalacrime” è la descrizione perfetta per questo film. Era salvato da un po’ nella lista to-be-watched, ma non ho mai trovato il giusto momento per vederlo perché non avevo voglia di sorbirmi l’ennesimo film sulla seconda guerra mondiale. Ero sicura che, nonostante la trama, sarebbe stato pesantissimo. Quanto mi sbagliavo!

Suite Française è un film sulla seconda guerra mondiale, ma questa fa da cornice e crea il pretesto perché si sviluppi la trama principale. Non ci troviamo in campi di concentramento, né in zone di guerra, ma nel paesino di campagna di Bussy dove un distaccamento di soldati tedeschi si trova a soggiornare nell’attesa di ricevere istruzioni. Già questo è un punto a suo favore, perché la narrazione si concentra sulla quotidianità sconvolta degli abitanti e sul rapporto che si sviluppa tra loro e i soldati nemici. Mostra una realtà che non viene spesso messa in luce: anche i tedeschi erano esseri umani.

Ciò che li rendeva mostri, diversi e inumani emerge in maniera dirompente e spiazzante. Il loro credersi superiori e in diritto di ottenere tutto si manifesta e giunge al culmine nell’istante in cui gli stessi francesi danno loro modo di comportarsi così. Senza dilungarmi troppo, tutto inizia quando la Viscontessa denuncia un suo affittuario perché preoccupata che possa vendicarsi delle ingiustizie subite in passato usando come pretesto la sua collaborazione con i tedeschi. Da questo momento appaiono le scene che già conosciamo: inseguimenti, fucilazioni e quant’altro. Un discorso diverso va fatto per ciò che accade in casa di Madame Angellier, tra la nuora Lucille e il Comandante tedesco Bruno. È questa la vicenda centrale del film e del romanzo da cui è tratto (Suite Française di Irène Némirovsky). Ciò che cerca di raccontare è come due persone così simili siano allontanate dagli eventi, dalle rispettive nazionalità e dagli obblighi verso una causa in cui, nel bene e nel male, si crede.

Terzo film in cui lo ritrovo come protagonista (ormai ci ho fatto l’abitudine e mi sorprendo se non è nel cast), Matthias Schoenaerts interpreta Bruno von Falk, il Comandante ospitato in casa di Lucille e della suocera. Non credo di dover spendere altre parole su quanto apprezzi la sua recitazione; se avete letto le altre recensioni in cui compare, sapete già che sono persa e che il suo modo di recitare mi piace molto. Quello che c’è di nuovo è che qui si trova dall’altra parte, è il nemico. È un soldato tedesco arruolatosi con i fratelli sulla scia dell’euforia nazionalistica ma che si è ben presto accorto di quanto la realtà fosse diversa dagli ideali, un compositore che ha dovuto rinunciare alla musica per seguire gli ordini. È un uomo colto, che riesce a dimostrare la sua vera natura solo con Lucille ma ciò non è sufficiente. Bruno è e resterà sempre un soldato tedesco, il cui dovere viene prima di qualsiasi altra cosa, prima di qualunque persona.

Michelle Williams è Lucille Angellier, vera protagonista di questo film. Credo che il suo personaggio abbia due volti, uno prima dell’occupazione e uno successivo. Con il primo ci troviamo di fronte a una donna poco presente, assoggettata al controllo della suocera (una meravigliosa Kristin Scott Thomas) e persa nel proprio mondo nell’attesa che ritorni un marito che non ama. Il secondo volto è il migliore, secondo me. Spinta dai sentimenti che prova per Bruno, Lucille si rianima, trova un nuovo coraggio e quando le circostanze la metteranno contro di lui, ha la forza di scegliere ciò che è giusto fare e non si lascia trascinare da ciò che sa essere impossibile. Entrambi hanno degli ideali e Lucille è una forza della natura per riuscire a mantenerli saldi nonostante la paura e le difficoltà! Il mio animo romantico ha pianto fino alla fine e non solo quello. C’è stata una scena che mi ha fatta sciogliere! Ecco la colpevole:

Bruno: We will see each other again. Not as a soldier. You won’t even recognize me ~    Ci incontreremo di nuovo. Non come un soldato. Non mi riconoscerai nemmeno Lucille: Be careful… with your life ~    Abbi cura… della tua vita Bruno: Is it precious to you? ~    È preziosa per te? Lucille: Yes. It is precious to me ~    Sì. È preziosa per me

Ormai sapete quanto mi faccio prendere da questo genere e dovreste aver capito che, anche questa volta, il mio consiglio per voi è: munitevi di fazzoletti!


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Grazie di essere passati di qui! Aspetto come sempre i vostri commenti, sia che lo abbiate visto sia che rientri nella vostra lista to-be-watched! Buona Domenica 💋

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