Buongiorno!
Prosegue la rilettura della serie di Shatter Me con il secondo volume! Anche qui devo dire di aver cambiato idea, ma non più di tanto, perché la bilancia si stava già inclinando dal lato di Warner eheheh
Titolo
Unravel Me
Titolo originale
Unravel Me
Autore
Tahereh Mafi
Traduzione
S. A. Benatti
Saga
Shatter Me #2
Editore
Rizzoli
Pubblicazione
Dicembre 2016
Genere
Distopico, Paranormal Romance
Formato
Cartaceo (17,50€) ~ Digitale (9,99€)
Pagine
544
Acquisto
Juliette è sfuggita alla Restaurazione e al suo leader che intendeva usarla come arma. Da quando vive al Punto Omega è libera di amare Adam, ma non sarà mai libera dal proprio tocco letale, né da Warner, che la desidera più di quanto lei credesse possibile. Tormentata dal passato e incapace di pensare al futuro, Juliette sa che dovrà compiere delle scelte difficili. Accettare il proprio potere distruttivo per metterlo al servizio della resistenza e, soprattutto, allontanare Adam pur amandolo con tutta se stessa.
Dopo due mesi al Punto Omega, Juliette non sa ancora cosa fare della sua vita e dei suoi poteri così strani. In tutto questo tempo non riesce a integrarsi nel gruppo e anche la compagnia di Adam viene meno, lui che è impegnato a scoprire quali siano le sue abilità e perché è il solo che riesce a toccarla. Juliette si sente sola, inutile e un pericolo per tutti, mentre Warner e la Restaurazione continuano a darle la caccia per riportarla alla base del Settore 45.
Ma così nascosta dietro alla sua disperazione, soprattutto per la scoperta di poter essere un pericolo anche per il ragazzo che ama, Juliette non riesce a scorgere una verità fondamentale e condivisa da tanti: non è la sola ad aver perso tutto, non è la sola a dover trovare una ragione per alzarsi dal letto la mattina e affrontare una nuova giornata in cui tutto potrebbe andare storto.
Vorrei fuggire. Vorrei crollare in ginocchio. Vorrei maledire il mondo perché lui ha maledetto me, perché mi tortura, perché mi ha portato via l'unica cosa bella che abbia mai avuto e sto incespicando verso la porta in cerca di una scappatoia, di una via di fuga da questo incubo che è la mia vita.
Fortuna che c’è Kenji a tenerla con i piedi per terra, a farla ragionare e a mostrarle quanto possa essere diversa la vita nel Punto Omega se solo si sforzasse di più, come fanno tutti. Ed è grazie a questo ragazzo spesso buffo e irriverente ma con un cuore d’oro, e le responsabilità di un capo, che la vita nella Resistenza comincia ad assumere un nuovo significato, a darle uno scopo e una ragione per analizzare sé stessa, le sue capacità e metterle al servizio di tutti coloro che soffrono a causa del governo, di Warner e del Generale Supremo, suo padre, disposto a tutto per mettere fine alla minaccia rappresentata dai ribelli e, in particolar modo, da Juliette, lei che fuggendo ha messo in ridicolo il settore di suo figlio e, di conseguenza, lui.
E allora è scontro aperto, tra incontri segreti, minacce, verità rivelate e prigionieri che non si dimostrano poi molto collaborativi se non con Juliette (sì, mi riferisco a una sola persona: W.), in un intricato cambio di rotta che porterà a un punto di non ritorno e forse alla fine di tutto ciò che Juliette sta imparando a capire e di coloro che sono diventati per lei quasi una famiglia.
«Non sei più in quel manicomio di merda, e non sei più costretta a fare la cavia di merda per Warner. Quindi deciditi» dice. «Deciditi e smettila di far perdere tempo a tutti. Smettila di perdere tempo, tu.»
Come durante la rilettura del primo volume, anche con Unravel Me ho rivalutato la relazione tra Adam e Juliette, osservando come si comportano tra loro, e devo dire di aver trovato pesanti le loro interazioni rispetto al contesto in cui avvengono. Perché si comportano da vittime della sfortuna più assoluta quando tutti, nessuno escluso, attorno a loro si ritrovano ad affrontare i loro drammi personali mentre continuano a lavorare sodo e senza fare tutte le scene di Adam (sul serio, il maschio che deve risolvere tutto anche no grazie) o i musi lunghi di Juliette (sveglia ragazza! Dov’è la determinazione?). Fortuna che ci sono Kenji, James (il fratellino di Adam) e poi Warner a cambiare le carte in tavola, a mettere un freno alla presenza ossessiva di Adam, a far svegliare Juliette e a farle rivedere le proprie convinzioni alla luce di rivelazioni imprevedibili.
Inutile dirvi che ho amato alla follia le interazioni con Warner e il cambiamento che questo personaggio ha fatto dopo la fine del primo libro (e che si può scoprire nella novella Destroy Me), il suo essere emotivamente distaccato e distrutto per motivi legati all’infanzia e al rapporto malsano con il padre (ed è quest’ultimo il vero psicopatico), oltre che a una sua particolare e innata abilità.
«Molto tempo fa ho perso fiducia in me stesso. Mi dispiace di non aver compreso meglio. Tutto quello che ho fatto, l'ho fatto perché volevo aiutarti a diventare più forte.»
Una storia che parte con troppo vittimismo, ma nella quale Juliette coglie i diversi spunti che le arrivano per cominciare a crescere, a sviluppare una coscienza di sé e del mondo meno concentrata su sé stessa (tipica degli adolescenti alla fine, visto che ha solo 17 anni) e più attenta al ciò che la circonda, al bisogno degli altri e alle difficoltà che questi possono avere, o che hanno affrontato, nel corso della loro vita e che li hanno trasformati in ciò che sono.
È uno stile totalizzante, quello di Tehereh Mafi, dove ogni accortezza grafica, ogni segno di punteggiatura e ripetizione ti immergono nella mente ancora scossa della sua protagonista e ti permettono di conoscerla in ogni sua sfaccettatura, negli attimi in cui vorresti dirle di svegliarsi, di rimangiarsi le idiozie dette (soprattutto a Warner) e in cui ti ritrovi a fare il tifo per lei perché se lo merita.
Una lettura che mi ha fatta sbuffare, ridere, esultare e sospirare con il batticuore più o meno dall’inizio, e sicuramente, fino alla fine.
Aaah adesso tocca alla seconda novella, Fracture Me! Chissà di chi sarà il PoV!
Federica 💋
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