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Immagine del redattorefedecaglioni

Storytelling Chronicles #19

Buongiorno 😊

Dopo la pausa di agosto, anche la rubrica di scrittura creativa, la Storytelling Chonicles, torna a pieno ritmo. Nata da un’idea di Lara di La Nicchia Letteraria e con grafica di Tania di My Crea Bookish Kingdom, la rubrica propone ogni mese un tema diverso sul quale creare una storia e a settembre la tematica è: Il rientro a scuola.

Non so bene dov’è andato a parare il mio racconto, ma dà uno sguardo diverso sul fatidico momento del rientro 😅 Be’, buona lettura e…

Benvenuti a Crossberry Park

Inspiro piano, le dita che corrono a lisciare una piega immaginaria sulla gonna blu. So che non c’è, mi sono alzata apposta all’alba per stirarla, ma l’ansia è tanta e ho la tentazione di controllare ancora una volta che anche la camicetta sia in ordine. E se si forma un alone sotto le ascelle? Oddio spero di no, ma ormai è troppo tardi per tornare in stanza e prendere una giacca. Controllo l’orologio da polso: le otto e cinque. Perfetto, sono già in ritardo. Avanzo per i corridoi con una certa fretta, i tacchi bassi che emettono un rintocco acuto ogni volta che sbattono a terra mentre diverse teste si voltano e mi salutano. Chi lo accenna, chi invece vorrebbe scambiare due chiacchiere, ma tutti mi vedono passare e rivolgono un cenno proprio a me, io che ancora fatico a credere di essere il centro della loro attenzione. Ma li ricambio tutti, dal primo all’ultimo, con un sorriso contenuto e alcuni “Buon primo giorno di scuola” lanciati tra pareti tirate a lucido e porte di aule che via via si chiudono. La mia di porta, grande e di legno scuro, mi attende alla fine del corridoio, su per un’imponente rampa di scale in marmo con il corrimano lavorato. Gradino dopo gradino sento il nodo allo stomaco serrarsi sempre di più, un peso che ieri era un sassolino e oggi è diventato un macigno dalle dimensioni di Stonehenge. Estremamente poco pratico da portarmi dietro. Superare l’ultimo gradino è un po’ come oltrepassare il Rubicone di Cesare: non si torna indietro. E infatti solo una manciata di paesi mi separano dalla mia meta. Volo alla porta senza nemmeno accorgermene, le dita che sfiorano la maniglia fredda e mi risvegliano da un torpore che non mi sono resa conto di provare. Oggi è il primo giorno di un nuovo anno scolastico alla Crossberry Park Academy, una scuola un po’ come Hogwarts ma per ragazzi e ragazze dalle scarse prospettive economiche. In pratica, accogliamo chiunque non riesca ad accedere all’istruzione di base, per qualunque ragione accada. A fondare l’istituto è stato Sir William Craven Crowling, ospitandolo nell’antica tenuta di famiglia, e Sir Crowling è l’attuale unico finanziatore della scuola, oltre che suo amato direttore fino allo scorso anno. Perché da oggi subentro io… Coraggio Jane, non è nulla che tu non abbia già fatto. Me lo ripeto per darmi coraggio mentre spalanco l’uscio e lo attraverso. Il mio ufficio mi accoglie col silenzio, un vago alone di tradizione e antico sapere che aleggia nell’aria grazie alle alte librerie di mogano che occupano le pareti laterali. Sir Crowling era solito occupare la scrivania di fronte all’ingresso, con una pipa sempre accesa alle labbra e quell’espressione bonaria sul viso longilineo. Sei mesi fa, proprio in questo ufficio, mi ha detto di voler andare in pensione e di avermi scelta come suo rimpiazzo. Oggi è il primo giorno della direzione “Jane Yates”. Ed è già in ritardo. Il mio mentore riderebbe, ma con quell’occhiata severa e complice che ti rimette in riga, perciò mi affretto verso il grande mobile di mogano e prendo posto sulla sedia girevole, il solo accenno di modernità che sono riuscita a introdurre. Oltre al computer, ovvio, che già lampeggia per le nuove email della giornata. Dopo, quello viene dopo. Adesso la mia attenzione è tutta per il microfono collegato all’interfono. La tradizione va rispettata fino in fondo, anche se in ritardo, perciò… Mi schiarisco la voce e si parte. Premo il tasto on alla base, lo stacco dell’impianto che ronza è il segnale che lo spettacolo può iniziare. «Gentili studentesse, gentili studenti, buon primo giorno di scuola a Crossberry Park.» Sorrido tra me, il ricordo di com’era strano sentire le stesse parole dalla voce di Sir Crowling, il timbro baritonale distorti dall’altoparlante. «Vi aspettano mesi impegnativi, fatti di studio e prove da superare, ma per quanto grandi saranno le sfide che affronterete, ricordate sempre una cosa: Crossberry Park vi ha accolto perché crede in voi, crede nelle potenzialità che voi ancora forse ignorate.» Mi prendo una pausa, voglio lasciare spazio agli studenti affinché comprendano ciò che ho detto. So che non mi stanno ascoltando tutti, anzi sono fortunata se lo sta facendo qualcheduno, ma so che è importante che anche solo uno di loro capisca appieno e abbia modo di interiorizzare il messaggio. «Significa impegnarsi giorno per giorno, mettersi in gioco e scoprire di cosa siete capaci.» Altra pausa, ma solo per preparare il colpo che li farà ridere. «Oltre a trovare una nuova zona della tenuta dove appostarsi per vendere le risposte ai test e i materiali di studio. Il frutteto è troppo esposto, se lo ricordi la prossima volta, Mr Welsh.» Gregory Welsh, sedici anni, un piccolo imbroglione che cerca di fregarmi in ogni modo possibile ma che finisco sempre col mettere nel sacco. Sono curiosa di vedere cosa si inventerà quest’anno. «Studiate, ridete, divertitevi e trovate voi stessi in questo nuovo anno a Crossberry Park. I professori e io saremo lì a guidarvi lungo la strada, e a controllarvi con un occhio aperto… e l’altro pure, Mr Welsh. Che sia una buona giornata, ragazze e ragazzi. La vostra direttrice, Jane Yates.» Lascio andare il microfono e il ronzio cessa. L’ufficio si fa di nuovo silenzioso, eppure adesso riesco a concedermi un vero sorriso disteso. Niente più ansia ma l’adrenalina per tutte le avventure che vivranno i miei studenti e io con loro. Sì, questo sarà un anno scolastico prefetto. Sto ancora gongolando per la buona riuscita del mio discorso quando Mrs Chills, la mia segretaria e vice, bussa frenetica alla porta e la apre prima che abbia il tempo di dire “Avanti”. «Sì, Mrs…» «Oh, Miss Yates!» mi interrompe, la voce più alta del normale e sconvolta all’inverosimile. «Non ha idea di cos’è accaduto.» Di già? Sono solo le otto e venti! «Qualche studente si è fatto male?» Mi rivolge un’occhiata stralunata e inorridita. Nel caso di Mrs Chills è un buon segno: non riguarda gli allievi. Ottimo. «No, non sarei così sconvolta altrimenti.» Giusto, per lei è un miracolo se non avviene un omicidio a settimana. Poi prosegue. «Riguarda… Oh, che tragedia… Fatico a crederlo.» E io a capire, ma con lei è la norma. «Cos’è successo?» «Non so come dirglielo, ma… ecco…» Si siede, o meglio accascia, su una delle poltrone in pelle davanti alla scrivania. Davvero è tanto grave da rovinare l’euforia della giornata? Non può essere successo nulla di così brutto in soli quindici minuti, no? Avanti, è il primo giorno di un nuovo anno scolastico. Deve andare bene. «Sir Crowling è morto.» No, è appena andato tutto a rotoli. E buon primo giorno di scuola anche a te, Jane.

Un rientro con il botto, quello di Jane 😂 fatemi sapere cosa ne pensate!

Federica 💋

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