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Immagine del redattorefedecaglioni

Storytelling Chronicles

Buongiorno!


Torno con un nuovo racconto per la rubrica di scrittura creata da Lara di La Nicchia Letteraria!

In questo mese dedicato alle festività, il tema non poteva che includere questi elementi:

– Il/la protagonista riceve un regalo (reale o figurato, positivo o negativo)

– Presenza di Babbo Natale, del Grinch e della Befana (veri o personaggi che li ricordino)

– Limite di 2500 parole


Sono 1562, direi che sono stata brava, no?

Vi lascio al racconto, buona lettura!

Il mio collega mi ha fatto un regalo.

Regalo… 

Diciamo che, più che altro, mi ha sbolognato i suoi tre clienti più problematici perché lui deve passare le festività natalizie con la famiglia alle Maldive. Invece io, l'ultima arrivata nello studio, le ferie le avrò praticamente solo dalla Vigilia al 27, poi di nuovo due giorni per capodanno e l'inizio di nuovi dodici mesi carichi di casi clinici da ricovero, più che pazienti da ascoltare e consigliare al meglio.

Nick, Grimm e Beth, tutti e tre seduti davanti a me per una seduta di gruppo che ha tutta l'aria di finire in caciara in meno di cinque minuti. Hanno chiesto loro di poter venire questo venerdì sera, l'unico buco libero nelle loro agende prima che inizino gli straordinari di fine e inizio anno per tutti. Peccato che appena abbiano messo piede nella stanza si siano squadrati a vicenda con la più chiara intenzione di accollarsi l'un l'altra come se non ci fosse un domani.

«Quindi, chi di voi vuole iniziare?»

La mia domanda viene accolta da uno sbuffo inacidito da parte di Grimm, la mimetica verde e gli stivali con il carroarmato dello stesso colore a renderlo quasi sovrapponibile all'abete sistemato in fondo alla stanza. Non che abbia intenzione di dirglielo, a meno che non voglia scatenare le sue lamentele. L'omone seduto al suo fianco, con tanto di pancia gonfia e barba bianca da hipster, ridacchia tra sé come se trovasse divertente l'atteggiamento dell’altro, mentre Beth è troppo impegnata a contemplare il tacco mezzo rotto della scarpa per prestare attenzione agli altri due. O a me.

«Nessuno?» insisto, la speranza di portare avanti quest'ora nel modo più fluido possibile sfracellata davanti al mutismo di tutti. «Va bene, allora, perché non partiamo da te, Nick? Nella richiesta hai spiegato che quest'anno per te risulta piuttosto frustrante gestire il lavoro. Puoi spiegarmi perché?»

«Lei sarebbe rilassata, dottoressa, se dovesse condividere i turni con il suo completo opposto?»

Alla sua risposta, Grimm scimmiotta l'ultima parola e scocca all'uomo un'occhiata di sbieco. A Nick non sfugge, ovviamente, e punta la mano verso di lui, l'indice teso come ad accusarlo.

«Lo vede? È sempre così, qualunque cosa io dica o faccia.»

«Ah, perciò lei e Grimm lavorate insieme» deduco, ma entrambi scuotono la testa come se avessi sbagliato. «Non è così?»

«Non proprio, dolcezza» interviene il tizio con indosso i colori dell’abete e questa volta tralascio di riprenderlo per come mi appellata. «Piuttosto, io e il vecchio Nick qui svolgiamo incarichi contrapposti nello stesso periodo dell’anno. Lui “rallegra”» spiega, la voce incrinata da una nota di disgusto, «mentre io ricordo alla gente quanto schifo faccia davvero il periodo natalizio.»

«E lei Beth?»

«Io lavoro da sola» replica annoiata, il piede poggiato di nuovo a terra. «Quando questi due idioti hanno finito di battibeccare tra loro, arrivo io e posso chiudere l'anno nel modo più rapido e indolore possibile.»

«Ma lavorate tutti nello stesso ramo?» Altrimenti non mi spiego la seduta di gruppo… «Perdonate le domande, ma il mio collega non mi ha lasciato molti dettagli delle vostre precedenti sedute.»

«Meglio.» Grimm si stravacca sulla sedia, le ginocchia larghe in una posa strafottente e indecorosa. «Quello è tutto preso da Easter e dalla sua fobia di morire soffocata a causa di un uovo. Avrei io qualcosa con cui sof…»

«Direi che possiamo tornare sull'argomento principale della seduta» lo interrompo, la penna a segnare sul taccuino i numerosi problemi di Grimm riguardo alla sessualità. «Perciò stesso ramo ma compiti diversi, Nick e Grimm attivi nello stesso periodo, mentre Beth subito dopo come chiusura dell’attività. È tutto giusto fin qui?»

Annuiscono tutti e tre contemporaneamente. Ottimo.

«Quindi perché siete qui?»

La caciara esplode, i tre tutti presi a parlare nello stesso momento e a lanciarsi in insulti per come conducono l’attività. Nick e Grimm principalmente tra loro, mentre Beth li osserva entrambi come chiunque guarderebbe la suola delle proprie scarpe dopo aver pestato qualcosa di maleodorante. Capisco perché mi è stato regalato il loro caso: ti fanno venire voglia di chiuderli nella stanza e dar fuoco alla porta. Non collaborerebbero neanche se andasse delle loro vite.

«Vaaa bene!» Scatto in piedi, la voce abbastanza alta da sovrastare tutti loro. «Adesso ci calmiamo e comportiamo da adulti tutti quanti, intesi?»

«Come vuoi, dolcez…»

«Dottoressa Winter, o posso anche tollerare di essere chiamata per nome. È Milad, se vi interessa. Ma nessun altro appellativo sarà tollerato. Sono stata chiara?»

Tengo gli occhi fissi su Grimm e non li abbasso finché non è lui a cedere.

«Cristallina, dottoressa.»

«Bene. Adesso, uno per volta, a iniziare da Nick.» Porto lo sguardo su di lui, in attesa che smetta di strofinarsi la barba imponente e si decida a parlare. «Quando vuoi, raccontaci la tua versione.»

«La mia versione, eh? Semplice, questo qui» punta l’indice su Grimm, «gode a rovinarmi la piazza prima delle feste.»

«Grimm, ha qualcosa da dire in proposito?»

«Ha ragione.» Sogghigna compiaciuto e il volto di Nick al suo fianco diventa scarlatto. «Ma è tutta colpa sua. È lui che se ne va in giro a canticchiare come se fossero tutti felici di veder nevicare e sentire quelle maledette canzoni alla radio. La verità è che le strade imbiancate e le maledette canzoncine rompono le palle a chiunque, Nick compreso, solo che è troppo strafatto di zuccheri, arcobaleni e buone intenzioni per ammetterlo.»

«Nick, come la fa sentire l'opinione di Grimm?»

«Mi fa venir voglia di spingerlo a cambiare idea!» Si rianima e agita sulla sedia troppo piccola per lui. «Vorrei proprio convincerlo della magia del Natale e di come può cambiare le cose.»

«Tsé. Puttanate, tutte, dalla prima all’ultima!»

«Non è…»

«Signori» interrompo il battibecco per osservare l'ultima di loro. «Beth, cosa ne pensa?»

«Ha ragione Grimm, è ovvio.» Il commento annoiato fa ingigantire il ghigno sulla faccia di uno e trasforma quella dell'altro in una distesa desolata, almeno finché non aggiunge: «Nonostante sia l’atteggiamento di Nick a farci lavorare e guadagnare».

I ruoli si invertono, una scena comica da vedere, se non si trattasse del mio lavoro.

«Va bene, abbiamo trovato il primo nodo da affrontare nella discussione, tuttavia c'è altro, ne sono sicura.» Tengo l'attenzione fissa su Beth e la invito con un cenno della mano a farsi avanti. «Deve esserci qualcosa che le ha dato fastidio, se si trova qui.»

«Quei due.» Li indica con un cenno della testa. «Fanno sempre tanto casino per delle cose insignificanti, poi tocca a me passare per risolvere i guai che si lasciano dietro. Sinceramente, quando ho accettato il lavoro, non mi è stato detto che avrei dovuto condividere tutto con certi casi umani…»

«Ma tu guarda! Forse dovresti chiudere la bocca, Beth.» Il suggerimento di Grimm arriva con cattiveria. «Altrimenti, potrei avere io qualcosa con cui chiuder…»

«Non sarà necessario» intervento in fretta, sconvolta dalla prevedibilità dell’uomo. «Siamo qui, in un ambiente sicuro, per parlare di tutto tutto ciò che ci disturba senza essere giudicati.»

«Fantastico. Sa a me cosa disturba, Dottoressa? Lei.» Grimm mi seziona dalla testa ai piedi e finisce con lo scoccarmi un sorriso fastidioso. «Se ne sta lì, col suo quaderno e la penna, convinta che “parlandone” ne verremo a capo. Be’, si sbaglia, non farà altro che sottolineare quanto impossibile sia per noi lavorare insieme.»

«Perché avete iniziato allora, se è tanto impossibile? Perché continuate?»

La domanda li spiazza. Restano tutti e tre muti a fissarmi con occhiate confuse e diffidenti. Il mio è un dubbio legittimo. Se non si sopportano a vicenda, che smettano e vivano ognuno felice a casa propria. Sono una psicologa, il mio compito è aiutarli ad arrivare alla verità, per quanto scomoda sia.

«Nessuno ha una risposta?» li interrogo e sono sorpresa io, in modo piacevole, di vederli riflettere sulle mie parole. «Non avete mai analizzato le ragioni che vi hanno portati a lavorare nel settore?»

«Occasione.»

«Noia.»

«Tradizione.»

Da Beth a Grimm a Nick, tre risposte separate da un abisso grande quanto lo è il mio nuovo stupore per l’aggiunta che fanno tutti insieme, quasi si fossero accordati.

«È successo e basta.»

Semplicemente?

«Forse dovreste analizzare le condizioni che vi ci hanno condotti, per capire perché adesso non funzioni più. O magari era solo questione di tempo prima che accadesse.» Tento di vedere delle alternative e sembrano recepire il messaggio. «In che ramo lavorate, comunque?»

«Nel…» parte Nick, solo per essere interrotto da tre suonerie diverse.

Estraggono tutti il proprio cellulare e ne osservano i rispettivi schermi con ansia crescente.

«Scusi, dottoressa. C’è stata un’emergenza in magazzino. Dobbiamo andare» mi avverte Beth e gli altri due annuiscono. «È stato un piacere. Buon Natale, se non dovessimo rivederci.»

Nick ride di gusto all’augurio. «Oh, oh, oh, vero. Buon Natale, Milad!»

«Non serve augurarlo! È solo una festa consumistica!» lamenta Grimm diretto verso la porta per seguire gli altri due soci. Ma all’ultimo esita, la mano infilata in una delle tasche dei pantaloni cargo per estrarne un biglietto. «Ah, dottoressa. Se mai dovessimo servirle…»

Lo lascia su una delle sedie e sparisce nel corridoio insieme ai suoi concorrenti. O soci. Non saprei, non ho capito di cosa si occupano. Magari il biglietto da visita mi chiarirà le idee.

Il rettangolo di carta è semplice, panna chiaro con scritte rosse e verdi brillanti.

“Ditta trasporti Klaus” di Nick Saint, Grimm Green e Beth Broom.

Trasporti, eh. Strano, avrei giurato lavorassero in tutt’altro settore.

Fatemi sapere cosa ne pensate e…


Buon Natale!

Federica

1 commento

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1 Comment


Susy
Susy
un giorno fa

Quanto mi sono divertita con questa storia! Che tocco di classe scegliendo proprio loro come protagonisti che non si sopportano ma che dopotutto lavorano bene insieme! Brllissimo, originale, carinissimo e divertente. Mi è piaciuto anche perché hai cambiato un pò dai tuoi soliti racconti stavolta si può anche terminare così e brava, brava

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