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Immagine del redattorefedecaglioni

The Shape of Water

Buongiorno! E buon San Valentino, mi vien da dire 😉

Questa settimana ho latitato un po’ causa influenza! Accidenti!

Però oggi ritorno parlandovi di un film fantastico! Non è così recente, però sono riuscita a recuperare questa pellicola da Oscar solo da poco!


Titolo La forma dell’acqua Titolo originale The Shape of Water Regia Guillermo del Toro Anno 2017 Genere Fantastico, sentimentale, avventura, drammatico Lingua Inglese Paese di produzione Stati Uniti d’America Soggetto Guillermo del Toro Sceneggiatura Guillermo del Toro, Vanessa Taylor Cast Sally Hawkins, Michael Shannon, Richard Jenkins, Doug Jones, Michael Stuhlbarg, Octavia Spencer, Nick Searcy, David Hewlett, Lauren Lee Smith, Morgan Kelly, Stewart Arnott, Nigel Bennett, Martin Roach, John Kapelos, Jayden Greig, Brandon McKnight


La Guerra Fredda tra Stati Uniti e Russia si gioca su ogni fronte possibile, anche e soprattutto su quello scientifico. E nel segretissimo laboratorio governativo di Baltimora, tra esperimenti e scoperte incredibili, la giovane addetta alle pulizia Elisa trascorre i turni serali insieme a Zelda, la collega afroamericana, nella più completa solitudine ed emarginazione.

Elisa, infatti, come Zelda e il suo coinquilino Giles, è una persona sola, non solo perché affetta da mutismo, ma anche perché è diversa da tutto ciò che viene considerato normale dalla società che la circonda. Ma quando nel laboratorio viene portata una misteriosa creatura acquatica, il mondo tranquillo e monotono di Elisa viene sconvolto, in meglio tanto quanto in peggio, portandola a conoscere un’altra creatura “muta” esattamente come lei, diversa e senza la possibilità di far sentire la propria vera voce.

The Shape of Water, che ho avuto il piacere di guardare in versione originale, è una favola moderna sullo stile de “La bella e la Bestia”, dove a essere al centro della vicenda c’è il diverso, l’incomprensibile estraneo che non sa, o non riesce, a comunicare con gli altri, sia perché questi ultimi mancano della volontà di comprendere, sia perché non sono davvero interessati ad ascoltare. Lo stile della narrazione ne fa però una favola dalle tinte dark e ricche di mistero, due elementi accentuati dal background storico in cui il film è stato ambientato. Perché incentrare questa vicenda sui pregiudizi e sull’odio/sopruso verso il più debole (una definizione relativa, tuttavia, perché ciò che sembra debole in un determinato contesto può non esserlo davvero) negli anni della guerra fredda gioca a favore dell’idea che permea tutto il film.

Quel senso di sospetto verso tutto e tutti e i pregiudizi incentrati sull’ignoranza del non voler prendere in considerazione un punto di vista diverso dal proprio sono i due capisaldi della diffidenza che l’occidente, gli Stati Uniti in questo caso, ha da sempre nutrito verso l’altro, l’estraneo, il diverso. Ed è attraverso Elisa, supportata in vari modi da Zelda e Giles, che viene abbattuto questo finto muro che vorrebbe dividere le due parti, dimostrando come, dall’incapacità di esprimersi nel proprio mondo, possa nascere un legame profondo e una forza d’animo incredibile, necessaria e capace di unire due diversità che sembrano inconciliabili ma che in realtà sono identiche.

Un film fantastico e non mi stupisco che abbia vinto l’Oscar!! Voi lo avete visto?

Se vi manca, dovete assolutamente guardarlo 😊

A domani Federica 💋

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