Buongiorno e buonissima Domenica a tutti!
Da me oggi è arrivato il brutto tempo e non smette di piovere da stamattina… Io, personalmente, non me ne lamento. Temporale fuori, caldo in casa, divano, tazza di tè e un libro. Ecco la perfezione 😍
Il brutto tempo però non mi impedisce di fare qualche viaggetto con la fantasia e voglio portarvi con me per rivivere la mia seconda visita all’Expo di Milano. Questa volta ci saranno le foto 😄
Eccoci di nuovo qui! Expo sei mia!! Questa volta so già dove andare e ho pianificato ben bene i padiglioni da visitare.
Il primo è quello dell’Irlanda. Come posso non entrare? Sono innamorata di questa terra e non posso non visitarne il padiglione. Dentro si è immersi nelle musiche e nei paesaggi irlandesi, ci sono video che mostrano il territorio e le tecniche agricole, o comunque tutto ciò che riguarda la produzione di cibo, e molte scritte che danno informazioni su tutti gli aspetti che legano l’Eire al cibo. Meravigliosa la frase all’uscita: We did not inherit this world from our parents, we borrowed it from our children. One day we will return it to them. When we do, it should be every bit as bountiful as it was when we found it. That’s what sustainability meand… (Non abbiamo ereditato questo mondo dai nostri genitori, lo abbiamo preso in prestito dai nostri figli. Un giorno glielo restituiremo. Quando accadrà, dovrà essere ricco e rigoglioso come lo abbiamo trovato. Ecco cos’è la sostenibilità…).
Secondo il pavilion della Repubblica Ceca. Articolato su più livelli, c’è una stanza che mi ha colpita più delle altre ed è quella dedicata al silenzio. È un semicerchio in cui è stato ricreato il sottobosco, con delle telecamere che lo riprendono.
Lo scopo: restare in silenzio. Eh sì, perché meno rumore c’è, più si riesce a sentire la voce delle piante e delle cellule. Esatto, si possono ascoltare le cellule e l’effetto è strepitoso. Le altre stanze, invece, mostrano le produzione e l’innovazione in atto in Repubblica Ceca ma non sono così belle…
Il padiglione del Bahrain non è un granché… È un percorso tra le piante e i ritrovamenti archeologici fatti sul territorio. Abbastanza inutile secondo me.
Il maestoso padiglione della Cina fa un effetto strepitoso all’esterno, ma dentro delude un po’ le aspettative. Articolato per temi, mette in mostra la realtà e la cultura cinese tra tradizione e innovazione ma sembra più un’esposizione disarticolata che un racconto fluido. C’è l’essere e il vivere alla maniera cinese, ma non ho avvertito il peso di questa cultura secolare, né le sue particolarità.
Quinto ed ultimo è il pavilion di Israele. Tanti video, distribuiti in un ingresso più due sale, che elogiano la storia e le invenzioni dello Stato ebraico, fondamentalmente l’irrigazione a goccia e il pomodorino ciliegino. Inizialmente non ero convintissima di volerlo vedere e con il senno di poi posso dire che non l’ho amato come padiglione, soprattutto per i fatti d’attualità che coinvolgono lo Stato e per lo slogan, ripetuto più volte, “Noi sfamiamo il mondo”… Non è esattamente così…
Il viaggio all’Expo si conclude qui! Questa volta i padiglioni sono pochi. La controindicazione dell’andare la sera è il poco tempo a disposizione per visitare gli Stati, soprattutto perché in molti l’ultimo ingresso è alle 19.30. Tuttavia è stata una bella visita, soprattutto per lo spettacolo serale dell’Albero della Vita. Visitarla una terza volta è d’obbligo, perché non sono riuscita ad andare oltre il Cardo e il padiglione dell’Italia.
Eccoci di ritorno! Qui continua a piovere e dopo questo breve viaggio posso tornare al mio passatempo preferito. Spero che il giro vi sia piaciuto! Se vi va, raccontatemi qualcosa sulla vostra Expo o cosa vorreste trovare!
Passate una buona Domenica 💋
Comentaris