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Una scribacchina bagnata fradicia #11 : Gli enigmi di Chevalier (terza parte ~ finale)

Prima & Seconda parte

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Andy è un idiota. Un completo idiota, che quando si fissa sulle proprie idee non torna indietro nemmeno se di fronte si trova un muro chiamato Joanne Trevers. Venerdì abbiamo litigato perché mi sono lasciata sfuggire quanto fossi entusiasta che si stesse avvicinando il giorno del mio compleanno e che i preparativi della festa fossero quasi ultimati. Lui ha dato di matto, sostenendo che un ballo con quei viscidi del Magisterium non avrebbe significato assolutamente nulla, né avrebbe migliorato le mie capacità magiche. Secondo Andy, l’usanza di festeggiare in pompa magna il proprio diciannovesimo compleanno non è altro che un inutile spreco di tempo, nonché un’ottima occasione per i vermi – alcuni ministri del consiglio particolarmente… caparbi, ma lui direbbe viscidi – di mettersi in mostra più di quanto già non facciano. So che non era diretto a me quel suo sfogo e adesso che conosco la storia di Victor, capisco cosa lo spinga a pensarla così, ma darmi della sciocca perché tengo alla festa del mio compleanno mi ha fatta arrabbiare così tanto da spingermi a tirar fuori ciò che non andava. Gli ho detto persino quanto mi avesse delusa il suo comportamento della sera prima e ho concluso il tutto urlandogli contro che non era obbligato a partecipare se proprio non voleva. Devo avergli anche detto di sparire. E pensare che per chiedergli scusa avevo intenzione di chiedergli di farmi da accompagnatore per tutta la sera, così da non avere molto a che fare con i vermi, come li chiama Andy. Per distrarmi dall’ennesima crisi in cui quell’idiota del mio migliore amico mi ha incastrata, mi accoccolo contro il tronco della grande quercia che occupa il giardino sul retro di casa mia e tolgo il quarto indovinello dalla tasca. Quarto tranello: nell’eterno ho posto radici e son confidente di ciò che non dici. Tremante chioma la vita mi ha dato, silenziosa consiglio il tuo Fato. Inclino la testa all’indietro, facendo scorrere lo sguardo tra le fronde dell’albero e sui suoi rami così spessi. Per una volta l’indovinello è stato risolto prima di essere letto… Possibile che chi abbia preso il mio ciondolo mi conosca così bene? Nemmeno Andy sa che vengo qui quando voglio restare sola e lui è come un fratello. No, non è proprio un fratello, ma potrebbe dire di conoscermi bene esattamente quanto i miei tre fratelli maggiori. Ultimamente sono uscita spesso qui in giardino e sono rimasta a fissare il nulla seduta tra le radici della quercia. Giovedì ci ho passato tutta la sera, pensando che sfogarmi con una pianta mi avrebbe fatta sentire meglio, ma non è stato così. Anzi, tirare fuori i problemi da sola ha peggiorato la situazione, perché ho realizzato quale sia il vero problema con Andy. Sono stanca di dover stare attenta alle “situazioni limite” e contemporaneamente comportarmi come se fossimo ancora quelli di qualche mese fa. È impossibile pensare di continuare a essere migliori amici quando sprofondiamo nell’imbarazzo ogni volta che ci ritroviamo da soli a non fare nulla. Se non avessimo ceduto alle provocazioni di David, adesso saremmo ancora inseparabili come prima. Invece eravamo così sicuri che non sarebbe cambiato nulla da non accorgerci che stava già andando tutto a rotoli. Siamo entrambi testardi, Andy ed io, e pur di dimostrare a quel guastafeste di David che si sbagliava, ci siamo convinti che un bacio non avrebbe intaccato l’amicizia di una vita. Per quel che mi riguarda, l’ha rasa al suolo in mezzo secondo, e anche se quell’idiota continua a sostenere che vada tutto bene, io non ci riesco. Ci ho provato ma, dopo essere stata messa da parte in quel modo, Giovedì ho fatto un esame di coscienza. Non posso più fingere che sia il mio migliore amico e basta; l’ho detto ad alta voce, fissando la quercia proprio come sto facendo adesso, e le ho chiesto di mantenere il mio segreto finché non avessi deciso cosa fare. Credevo di essere sola ma evidentemente non era così, altrimenti adesso non sarei in questa situazione. Al momento, però, non ho nessuna voglia di proseguire la ricerca. Voglio restare seduta qui, immobile, finché non mi sarà passato il dolore al centro petto che quell’idiota mi ha procurato. E nonostante il male e ciò che è successo tra noi finora, sono certa che se Andy fosse qui potrei arrivare al prossimo indovinello in un batter d’occhio. «Andy sei davvero un idiota» mormoro tra me, rileggendo il quarto indovinello. «Un grandissimo…» «Idiota? Sì, lo so» Andy appare da dietro l’albero e si ferma di fronte a me, le mani nelle tasche dei pantaloni tutti sgualciti e la testa bassa. «Hai tempo di ascoltare le scuse di uno stupido?» Annuisco, stringendo le ginocchia tra le braccia. «Mi dispiace di aver detto quelle cose e mi dispiace ancor di più di averle pensate. Non ti meriti una così bassa opinione» «Scusa se ho dubitato di te» replico, perché so di aver sbagliato anche io nel non credere alla sua parola. «No, va bene. Benché io non c’entri, il sospetto era lecito. Sono io quello fissato con gli indovinelli» «Come mi hai trovata?» chiedo alzandomi e facendo mezzo passo verso di lui. «Tua madre» toglie una mano dalla tasca e indica verso casa mia con l’indice. «Mi ha mandato a chiamarti. Sono quasi le sei» «Dobbiamo sbrigarci allora. Abbiamo ancora un indovinello da trovare prima della festa» Andy solleva gli occhi per guardarmi. È stupito ma io gli sorrido. Non posso restare arrabbiata con lui per molto, anche se il dolore al petto non accenna a diminuire. «Cosa dice l’indovinello?» «Che il posto è questo» gli passo il biglietto. «È qui che vengo per stare da sola o quando voglio riflettere» Andy si passa una mano nei capelli mentre legge le due righe, poi guarda meditabondo la quercia. «Io mi arrampico sui rami e tu cerchi a terra» dice alla fine, arrotolando le maniche della camicia e avvicinandosi al tronco. «L’ultimo indovinello deve essere in uno di questi due posti» «Vedi di non farti male» Aspetto che Andy si issi sul primo ramo e che sia in equilibrio prima di mettermi a cercare ai piedi dell’albero, osservando tutti i suoi movimenti. È sciocco che mi preoccupi, tanto so che è abbastanza atletico da arrampicarsi senza troppo sforzo, ma mi sento lo stesso in ansia al pensiero che si metta a salire così in alto solo per un pezzo di carta. «Dimmi una cosa» chiede, mentre la sua voce giunge da un ramo più alto. «Perché non sapevo di questo posto?» «Perché non sei tenuto a sapere tutto» controllo tra le radici che sbucano dalla terra ma non trovo ancora nulla. «Invece dovrei. Sono il tuo migliore amico» «Proprio per questo non devi» il pensiero di dirgli che solo se fosse il mio ragazzo gli racconterei tutto mi attraversa la mente come un fulmine, ma fortunatamente non me lo lascio scappare. Se dovesse perdere l’equilibrio e cadere per la sorpresa non me lo perdonerei mai. «Non lo sa nessuno comunque» aggiungo, come a volerlo tranquillizzare. «Tranne la mia famiglia» «Abbiamo cinque possibili sospetti» la voce di Andy arriva lontana e affaticata. «Ma escluderei i tuoi genitori» «E Taylor» sogghigno. No, è troppo complesso perché Taylor abbia organizzato tutto questo. «Tuo fratello non saprebbe nemmeno da che parte iniziare» lo sento ridacchiare. «Josh?» «No, Laureen lo sta tenendo occupato con i preparativi per il matrimonio. Lo ucciderebbe se perdesse tempo a fare una cosa simile» «Resta Carter» un tonfo e Andy è di nuovo con i piedi per terra. Com’è possibile che abbia già finito? «Non lo so… Mi sembra strano che faccia uno scherzo simile» «Allora anche qualcun altro sa di questo posto» Il problema non è questo, ma che non fossi sola Giovedì. Sapendo quello che ho detto, mi preoccupa che chi ha messo insieme gli indovinelli abbia coinvolto anche Andy. Spero non voglia farmi fare qualcosa di stupido per riavere il ciondolo. Ci dividiamo i due lati che ancora mancano da controllare, mentre continuo a chiedermi chi possa avermi fatto una cosa simile. Carter è dispettoso, è vero, ma non fino a questo punto. E poi avrebbe avuto altre occasioni per mettere in pratica questo piano, senza dover aspettare che arrivasse il mio compleanno. «Trovato!» Andy, inginocchiato accanto a una grossa radice, alza un braccio e sventola della carta tutta sporca di terra. «A te l’onore» Avere l’ultimo indovinello tra le mani mi manda in ansia. Cosa dovrò fare per riavere ciò che è mio? Il mio migliore amico si stiracchia mentre si rialza, fissandomi con impazienza ma i suoi occhi brillano anche di fiducia e curiosità. So a cosa sta pensando e come lui anche io sono certa che lo risolveremo. Mi chiedo solo a quale prezzo. «Quinto tranello: come colei che d’ago punta riposa, la cruna riappare per chi nel torpore osa. Un bacio è dovuto, misero tributo all’incantesimo dell’Amor perduto» Prendo un lungo respiro per evitare di dare di matto. Misero tributo? Adesso lo vedremo. Bastano due passi e mi ritrovo a un millimetro dal viso di Andy, le mie labbra incollate alle sue. È paralizzato, dalla sorpresa probabilmente, ma quando inizia a capire e sta per stringermi, mi stacco e gli assesto uno schiaffo in pieno viso. Sono furiosa e questa volta non riuscirà a calmarmi. «Sapevo che eri tu! Sei sempre stato tu!» urlo, mentre Andy mi fissa stralunato. «Tu! Tu, incredibile, grandissimo e inutile…» Il mio amico scoppia inspiegabilmente a ridere e lo fa con così tanta foga che gli salgono le lacrime agli occhi. Si piega addirittura in due dalle risate, tenendo entrambe le braccia attorno allo stomaco. «Sono un genio!» esclama, quando riesce a restare di nuovo dritto. «Oppure il più grande degli idioti» «Che cosa significa?» domando con così tanta rabbia da stare male. «Lo hai sempre avuto tu il mio ciondolo! Tu! E ti sei anche arrabbiato con me!» Sono così sconvolta da avere i brividi. Il mio migliore amico mi ha rubato l’oggetto più importante che possiedo e ha anche avuto il coraggio di mentirmi per tutto questo tempo. Solo lui sapeva del mio tentativo di imparare l’incantesimo del Sonno Eterno; è l’unico a cui ne ho parlato perché è particolarmente difficile e non sapevo se sarei riuscita a padroneggiarlo. È anche chiamato l’Incantesimo della Bella Addormentata perché le sue vittime cadono in un sonno da cui è impossibile svegliarsi, come la principessa della favola. «Ridammelo!» strillo. «Adesso!» Andy infila una mano nella tasca posteriore dei pantaloni e toglie un sacchettino di stoffa, chiuso da un nastro di raso. Lo ha avuto con sé per tutto il tempo! Era a pochi centimetri da me e non sono riuscita a capirlo. Cerco di strapparglielo di mano così da potermene andare, ma Andy stringe la presa e allontana il sacchetto dalla mia portata. «Puoi ascoltare quello che ho da dirti?» «No, certo che no! Mi hai presa in giro e non ho intenzione di starti a sentire. Ridammi il mio ciondolo!» «Non posso» è serio e calmo, quando dovrebbe sapere che potrei stenderlo per quello che ha fatto. «Non puoi?! André Chevalier, tu devi ridarmi quel ciondolo!» Mai fidarsi della famiglia Chevalier. L’unica cosa che sanno fare bene dopo creare artefatti è inventare indovinelli che solo loro sanno risolvere. Il mio istinto non si sbagliava nel dubitare di Andy ma ho voluto credergli lo stesso. «Non posso perché non è più un semplice ciondolo. È un artefatto adesso» «Un… Un…» non riesco a crederci. «Andy!» esplodo, esasperata. «Come hai potuto?!» «Ho dovuto farlo, Joanne. La notte in cui mio fratello è scomparso mi ha raccontato che i Figli di Merlino stanno cercando membri in ognuna delle famiglie magiche. Ne prendono uno a famiglia e il momento migliore è la festa del diciannovesimo compleanno, quando possono avvicinarsi senza destare sospetti» Mentre parla apre il sacchetto e toglie il mio ciondolo a forma d’ago prima di avvicinarsi a me. Mi prende la mano e la solleva, portando il mio polso alla sua altezza. La catena del braccialetto tintinna spostandosi. «I tuoi fratelli sono ancora tutti qui e tu sei l’ultima dei Trevers a raggiungere la maturità magica. Stasera dovrai parlare, ballare e passare il tuo tempo con dei completi estranei e non so chi di loro sia il nemico» Andy fissa il ciondolo facendo passare il fermaglio nella cruna dell’aghetto. «Non voglio che ti accada nulla di male Joanne, per questo ho trasformato il tuo ciondolo in un artefatto. Se ti troverai in pericolo, ti basterà pungere il polpastrello con l’ago e arriverò da te, ovunque sarai» Non so cosa dire. Una parte di me vorrebbe prenderlo ancora a schiaffi per quello che ha fatto, ma l’altra in questo momento sta facendo le capriole a mezz’aria per il suo discorso. «Un po’ invadente come migliore amico» osservo il ciondolo ma quello che davvero occupa i miei pensieri è il calore che ha lasciato sulla mia pelle la mano di Andy. «Ma non mi dispiace, anzi» «È anche un’occasione per mettere in chiaro una volta per tutte questa storia» mi lascia andare e infila le mani nelle tasche dei pantaloni. «Forza. Sfoga i tuoi insulti. Così poi potremo parlare» Scuoto la testa. «Non posso insultarti dopo un discorso simile» «Davvero?» sorride. «Allora ho fatto bene a prepararlo» «Voglio delle risposte, però» continuo, accennando anch’io un mezzo sorriso. «Immagino che gli enigmi su di te fossero facili da creare, ma come sapevi della pendola?» «Ieri notte ho aiutato tuo padre e il mio a portarla giù dalla soffitta, mentre tu dormivi come un ghiro. Mi ha spiegato la tradizione e ho pensato di sfruttarla. All’inizio non faceva parte del piano ma è tornata utile» «E la quercia? Giovedì eri alla tua festa» non lo dico con risentimento, ora che so quanto tiene a me. Avrei voluto esserci, ma sapere che è disposto a correre in mio aiuto ha notevolmente ridotto il malumore. «In realtà no» fa spallucce senza togliere le mani dalle tasche. «Stavo per andarci, ma mi sono trovato di fronte i tuoi fratelli» «Cosa?» «Già. Josh, Taylor e Carter sono venuti a trovarmi e mi hanno fatto un discorso da fratelli maggiori, se così si può chiamare» Ho quasi l’impressione di sapere cosa intende. Immagino Taylor che lo tiene premuto contro un muro, mentre Josh e Carter attuano le loro minacce psicologiche… Sì, possono averlo fatto. «Mi hanno chiesto perché dopo essere venuta alla mia cerimonia fossi tornata a casa con il muso lungo e ti fossi rintanata in fondo al giardino a piangere. Devo ammettere che i tuoi fratelli sono esperti di metodi persuasivi e così sono venuto a cercarti. Volevo capire quale fosse il problema, parlarne, ma il tuo monologo alla quercia mi ha risparmiato la fatica» «Hai sentito tutto?» lo fisso, imbarazzata come non mai, mentre lui annuisce. «Ogni parola, cara la mia streghetta» sorride. «Allora ho pensato di organizzare una caccia al tesoro con gli indovinelli, sia per creare l’artefatto, sia per farmi perdonare. Tuo padre e il mio sono stati degli ottimi assistenti» «Anche mio papà?!» devo fare un bel discorso a mio padre quando rientro. Come ha potuto dire di sì quando si lamenta che passo troppo tempo a imitare Andy? «Beh sì. Ho appena detto di aver legato la mia esistenza a quell’ago per proteggerti. È quasi peggio dell’averti chiesto di sposarmi, no? Il minimo che potevo fare era avvisarlo» Perché dice certe cose con tanta disinvoltura? Non può davvero non essersi accorto di quali parole hanno appena lasciato la sua bocca. Mi basta un’occhiata per capire che Andy sa perfettamente che effetto ha su di me ciò ha appena detto. La sua mania di stuzzicarmi in questo modo mi fa impazzire! «Perché hai detto di essere un genio?» mi riprendo in parte dallo shock ripensando alla sua reazione al mio schiaffo. «O un idiota?» «Perché, per fare in modo che il piano funzionasse, ho incantato la mia memoria. Non potevo mentirti sapendo quanto tieni al tuo ciondolo, quindi ho bloccato i miei ricordi e ho aggiunto l’effetto sbornia che avrei dovuto avere dopo la festa» «E sono tornati con il bacio, giusto?» «No» si sfrega i capelli con forza, inclinando la testa all’indietro. «Con l’ultimo indovinello avresti capito che ero io il responsabile, perciò non sapevo cosa avresti deciso di fare prima, se risolverlo o sfogare la rabbia» «Hai incantato la tua memoria perché ti tornasse con lo schiaffo» quasi mi viene da ridere. «Sei un idiota» «Però ha funzionato, o sbaglio?» Gli appoggio il pugno chiuso sulla camicia, all’altezza dello stomaco, come a volerlo colpire ma poi stendo la mano. Sì, ha funzionato. «Hai impegni per stasera?» gli chiedo, restando ferma in quella posizione e abituandomi lentamente al fatto che non sto più parlando con il mio migliore amico. «Perché potrei avere bisogno del tuo aiuto» Andy appoggia entrambe le mani sulla mia e sorride. «Sono a tua disposizione»

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